“In cucina ci vuole amore. Altrimenti, è soltanto preparare da mangiare”.
In un’epoca di ricchezza, scelta e abbondanza, anche il palato, come gli occhi e la mente, è bombardato di emozioni, stimoli, sapori nuovi, a volte sconosciuti, altri antichi, che ritornano.
E nella moltitudine, si sa, si fa spesso confusione. Si perde un poco di attenzione.
Il venerdi sera è uno dei miei momenti di vita preferiti. Perchè racchiude in sè fine ed inizio.
Ci sono dei venerdi vicini alle partenze che non hanno la grinta degli inizi, ma la densa malinconia di un treno che si allontana, delle prue delle barche che non vedi più, perchè sono all’orizzonte.
Descrivere e capire un’emozione è un pò come spiegare un colore a chi non lo ha mai visto.
Ci aiutano le sensazioni, i paragoni, le metafore.
Ma io non sono nemmeno sicura di volerla spiegare, l’emozione.
La voglio vivere.
Quando senti una mancanza, è come stare su una strada: puoi andarle addosso, o scappare indietro.
Indietro ci sono già passata. Preferisco andare avanti.
E allora, in quella mancanza, con quella mancanza, sono andata davanti al mare.
Ho scelto un Pinot Grigio, per rivivere una sensazione., un regalo. Un sapore deciso, profumato.
Un sapore che ha carattere.
Mentre vivevo il momento, sapevo già che ne avrei scritto.
Una sfoglia leggera.
Un verde vivido, lucido.
Al Mortaio, come deve essere.
Basilico di Pra e Aglio di Vessalico, raccolto due volte all’anno, che dà attenzione e rispetto, al pesto.
Attenzione, cura, tradizione, rispetto.
E’ un ingrediente a cui spesso si rinuncia perchè invasivo, forte, coprente.
Qui no. Stasera non rinunciamo a niente.
Mischiare i valori crea una emulsione che diventa emozione.
E’ una lasagna al forno, alla Portofino. Questo il suo nome di battesimo.
Ma che cos’è?
E’ un primo piatto tiepido che non ferisce o aggredisce il palato.
E’ un uso sapiente e sicuro della materia prima.
Ne vorrei ancora ma devo imparare a stare nelle cose.
Penso che qualcuno ha cucinato per me, perchè io potessi ricordarmene.
E’ la sensazione di assaggiare, gustare, cercare, non solo mangiare.
E’ il voler apprezzare in ogni boccone il frutto del lavoro di qualcuno, lo studio, la ricerca.
E’ una casacca bianca su un sorriso incredito e lucido, come quel verde.
Non faccio una recensione.
Scrivo di una sera di maggio, avvolta in un pò di malinconia e salsedine, con lo sguardo al momento e un’occhiata al futuro, a cui ho dato un colore, un gusto, una consistenza, un’attenzione, un’intenzione.
E quel sapore, per me, lo ha scelto #SimonettaPiccardo.
Grazie, Simonetta.
Non è facile dare sapore a un’emozione.
Tu ci sei riuscita.
Il sapore dell’Emozione.
24 martedì Mag 2022
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