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Questo mio pezzo lo dedico ad una persona special, che è parte di me, una grandissima e bellissima parte di me.
Lo dedico ad una persona che ho conosciuto “per forza” a chui ho dato un pezzo della mia vita “per scelta”.
Questa persona è la mia compagna di banco. E’ Feffe.
Non conto i quintali di foresta Amazzonica, e limitrofe, che abbiamo sacrificato per scambiarci bigliettini durante la lezione (una evoluzione dello scriverci negli spazi bianchi dei libri fin quando son capitati nelle mani sbagliate….no no, non quelle dei professori…lì sarebbe andata liscia… 🙂 ).
Abbiamo scritto di tutto.
Abbiamo scritto di tutti.
Abbiamo immaginato scene da un matrimonio, con foulard lasciati cadere e…amabilmente calpestati.
Abbiamo soprannominato e codificato tutto. E tutti.
Abbiamo sigle che la C.I.A. ci sta ancora cercando (P.d.c. quella più abusata)
Eh no cari ragazzi degli anni 2000 che ci leggete…non c’erano aggeggini elettronici: si usava la carta, la penna e la fantasia….I disegnini di conigli e carote li si faceva a mano, mica con le emoticons….dilettanti.
(il riferimento a coniglio e carote non è per niente casuale)
Tu la tamarra fashionissima, io…io non so bene cosa.
Innamorate pazze di tutto (e a volte di tutti).
Abbiamo percorso tanti di quei Kilometri nei corridoi a far le vasche che la Pellegrini ci spiccia casa.
Ci siamo invaghite dei peggiori esemplari sulla faccia della Terra, che non nomineremo non per rispetto a loro, ma per rispetto a noi 🙂 che sono stati, nell’ordine:
– I nostri migliori amici
– Gente di una bruttezza imbarazzante (e qui ho la palma d’oro, altro che piazza Duomo a Milano!)
– Gente di una tamarraggine assoluta (qui, non si discute, le palme son tutte tue).
Ci siamo appostate, ci siamo immolate, ci siamo fatte dei viaggi mentali che Jules Verne levati proprio.
Abbiamo sempre lottato, sempre in due.
Perchè noi avevamo forse poca gente intorno, ma avevamo tante idee solide in testa.
Ci siamo ribellate a tutti.
Ci troverete diverse in alcune foto di classe dell’annuario perchè IL GRUPPO si dimenticava, puntalmente, di avvisarci su quale fosse il tema della foto.
Han provato poi, per eleganza, a schiaffarci in ultima fila per non rovinare il quadretto, e noi ci siam piazzate in pole position, perchè è lì che siamo sempre state.
Unite nelle nostre mille diversità.
Tu sempre con la mente più aperta, io fossilizzata nelle mie idee da piccola orsolina (e salutiamole allora le mie idee che, appunto e per fortuna, son rimaste solo idee).
La vita ha provato a dividerci…anzi no, non diamo colpe a ci non ne ha.
Ci sono state assenze, anche importanti, anche ingiuste, anche lunghe.
Ma se c’è nella vita una persona che io ho sempre nel mio annuario personale, quella sei tu.
L’amicizia, e sacrosanta è la definizione, è qualcosa che va coltivata, nelle piccole e grandi imprese.
Ma quando ci si alza da tavola scappando, senza pagare il conto, non è facile ripassare davanti a quella vetrina. E così si cambia strada. E passano i giorni, i mesi. Gli anni.
Poi però arriva un giorno alle porte di primavera.
E tu senti che ti manca qualcosa. Non sono le chiavi o gli occhiali da sole. Ti volti e cerchi quel Qualcuno, quello che ti capisce con un battito di ciglia.
Quello che oggi, come quindici anni fa, ti capiva senza bisogno di parlare.
Quel qualcuno con cui hai riso sempre, con cui hai consumato mascara e telefonate.
E allora prendi coraggio, le scrivi. Perchè a chi le puoi dire certe cose, certi colpi di spazzola, di testa, di phon? 🙂
Lei ti chiama e nemmeno ci si saluta.
E’ passato tanto tempo e tanta strada, ma quel “Lo senti questo rumore Feffi? E’ il treno, il treno!” sembra averti ributtato indietro ai quei corridoi, a quella complicità. Abbiamo forse mazzi di chiavi di casa nuovi, ma aprono lo stesso la porta l’uno all’altra.
Grazie Feffi per essere qui NONOSTANTE TUTTO.
Che poi…alla fine…ma dove la trovi una matta simile?????? 🙂
Che ti dedica pure un pezzo!!!!!! 🙂
Ma lo sai perchè l’ho fatto…
Perchè quando sarò ricca e famosa, tu possa essere testimone indelebile di tutto.
E quando ti chiederanno se son sempre stata così, potrai annuire, sospirando:
“Si, è sempre stata così, si. Ora però lasciatemi passare che sta per ricevere un Oscar e sono in prima fila, su”.
Ricordati il foulard. Che non si sa mai. 😉