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~ La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce, devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente.

Coffee Room

Archivi Mensili: febbraio 2018

…Nonostante.

28 mercoledì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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amare, dono, leo buscaglia

Cara Donna Abelarda,

che si fa con quegli amori non corrisposti, con quelli che han sbagliato momento? in questa “Coffee Room”, come l’hai chiamata tu, leggo spesso di amore. Ma è amore anche quello che non puoi vivere, quello che manca di quotidianità, quello che manca, insomma? Di fronte a quell’amore che io sento mio, cosa devo fare? Devo crescerlo o lasciarlo andare?

Pasticcera appassionata

 

Cara Pasticcera appassionata,

e che ne so io di amore???? 🙂
Io che ho aperto una stanza tutta mia per analizzarmi attraverso i racconti degli altri, attraverso pellicole amare ed altre dannatamente dolci, così stucchevoli da essere giuste…! Ti rispondo facendo quello che mi viene meglio, cioè prendendo in prestito il genio da chi, al contrario di me, sembra averci capito qualcosa 🙂
Leo Buscaglia, nel 1982, scrive Vivere, Amare, Capirsi….che, voglio dire, mi sembra un po’ la bibbia amorosa del terzo millennio, a braccetto con La Verità è che non gli piaci abbastanza 🙂
In un passaggio ci dice che

Ad amare c’è il rischio di non essere ricambiati.
E anche questo è giusto.
Voi amate per amare, non per avere qualcosa in cambio,
altrimenti non è amore
.

 

Quindi, se lo dice lui, come punto di partenza potrebbe andare bene 🙂
Scherzi a parte, quella verità per cui Amare è abbastanza è giusta, nella teoria.

E’ dannatamente giusto che non si debba (e non si possa!) AMARE con l’aspettativa di ricevere la stessa quantità in cambio.
Questa aspettativa è una delle possibili conseguenze dell’Amore, ma non vi è direttamente connessa. Se ami con aspettativa e se il tuo amore ha un fine, ovvero se ami per esser ricambiato, solo se sarai ricambiato, tu forse vuoi il possesso, ma non hai l’amore. L’amore credo sia quell’altra cosa là.
Quella che ti dà la forza di restare NONOSTANTE.
Quella cosa che può dare senza pretendere.
Che riesce a stare in silenzio.
Che riesce a stare accanto, stando un passo indietro.

Nella pratica questo Amore qui, che attinge solo da se stesso e non da altro o da altri, è forte, fortissimo, come un uragano.
E come gli uragani, fa paura.
Fa paura a te che sai di non poter scappare, ma ancor più a chi ha la macchina carica, pronto a partire.

Non reprimerlo questo Amore, cara Pasticcera appassionata, non scappare da lui.
Un Uragano non si può spazzare via con un soffio 🙂

Saper Amare è un dono , è anche questo, un dono che non tutti possono accettare.

Ci vuole coraggio ad Amare, ad accoglierlo, questo dono.

Ma ci vuole anche coraggio a per non scappare da qualcuno che ti ama così, che ti ama NONOSTANTE.

Quindi vedremo, col tempo, chi di voi due sarà stato così coraggioso da restare.

Prezzi e Valori

26 lunedì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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Einstein, prezzo, valore

“Il VALORE di una persona risiede in ciò che è capace di dare e non in ciò che è capace di prendere.”
ALBERT EINSTEIN

E io lo so che questo è un concetto, ancor prima che una frase, bellissimo, profondo, giusto, onesto.

Però caro Albert, una cosina te la devo dire.
T volevo dire che siamo un tantinellino stanchi, noi che siamo capacissimi di dare, ma che riceviamo briciole di elemosine di ritagli di tempi altrui.

Perché a noi di avere il sangue blu della nobiltà d’animo inizia a non importarci più.

Abbiamo sulle nostre spalle e sulle nostre vite taglia 42 la fatica di aver sempre dovuto attingere da noi stessi per alimentare tutto.

Dobbiamo essere brillanti al lavoro, lucenti a cena, raggianti con gli amici e solari in spiaggia.

Non abbiamo usato la protezione 50 e quindi adesso inizia a caderci la pelle.

Giorno dopo giorno ci siamo abituati a telefoni che non suonano, buche delle lettere vuote, citofoni muti, fiorai sconosciuti e sogni in bianco.

Caro Albert, non è che a furia di dare senza ricevere, quel valore conquistato corra il rischio di essere svenduto per un po’ di amore?

#NonStirartiICapelliBridget

26 lunedì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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donne, elezioni, SILENZI ELETTORALI, uomini

Noi dello staff volevamo fare un annuncio.
Stanno per chiudersi le selezioni per le liste contenenti i candidati all’ Uomosòla dell’anno.
A breve dovremo rispettare il silenzio elettorale e quindi affrettatevi, amiche, a presentare il vostro candidato.
Ad oggi gli articoli che abbiamo in magazzino sono:

L’UOMO CHE NON DEVE CHIEDERE MAI, nel senso che dovrebbe proprio tacere e alzare quel sedere flaccido per procacciarsi da solo il suo piccolo inutile fabbisogno di ego.

L’UOMO CHE DOVREBBE CHIEDERE SEMPRE, perché i suoi slanci vanno giusto bene alle Olimpiadi estive sei il cugino siamese delle Cagnotto.

L’UOMO CHE SPARISCE ed è pregato però di peccare di costanza e di rimanere nel bunker mentale in cui ha trovato riparo col suo criceto esausto. Al criceto poi ci pensiamo noi, ci mancherebbe.

L’UOMO CHE VORREI MA NON POSSO SI PERO’ MAGARI SI PERO’ ADESSO PROPRIO NO, a cui vorremmo regalare una sveglia da sfrantumarsi su quella testa bacata che si ritrova.

L’UOMO CHE POSSO MA NON VOGLIO PERCHE’ MI DEVO CONCENTRARE SU ME STESSO…ecco bravo, ma attenzione a non concentrarti troppo perché per lo sforzo potresti partorire qualcosa per cui occorre una paletta e un sacchettino con sopra disegnini di zampette-bau-bau

L’UOMO CHE DA’ TUTTO PER SCONTATO, a cui regaliamo con piacere due fustini di detersivo in polvere in super offerta e i nostri 25 anni di punti fragola con i quali può aggiudicarsi un borsone di tela in cui infilare le braghe e andare a…prendersi una pausa di riflessione, diciamo così.

L’UOMO CHE DEVE SEDURRE ANCHE LO STECCO DELLO STIC (ma si scriverà così poi Stic? Il ghiacciolo come lo chiamate voi??????????) a cui suggeriremmo volentieri un uso consapevole del ghiacciolo, tipo rinfrescarcisi le idee quando è in preda a bollenti spiriti.

L’UOMO CHE DEVE SEMPRE USCIRNE PULITO, ma che ha la coscienza come l’olio di frittura del fast food.

Vi chiediamo quindi, nel caso vi accorgeste di qualche categoria mancante, di segnalarcela; provvederemo immediatamente all’inserimento nelle liste.

Non sia mai che qualcuna di noi possa inciampare in un ragazzo normale senza trascorrere 5/4 della propria esistenza infliggendosi l’uomo sbagliato per salvarlo da chissà che cosa. Ci teniamo davvero. 🙂

Ma lasciamoli lì questi uomini che non vogliono essere salvati.
Lasciamoli lì gli orgogliosi, i cafoni (quelli dichiarati e quelli sotto mentite spoglie), i latitanti, gli egoisti, gli egocentrici, i seduttori seriali…

Driiiiiiin, driiiiin!!!
Ciao Betty!!! Betty, asp, aspetta Betty, parla più piano che non capisco niente..
Co…come dici?

Ah si aspetta che abbasso il volume..
Dicevi che quindi se lasciamo lì gli orgogliosi, i cafoni (quelli dichiarati e quelli sotto mentite spoglie), i latitanti, gli egoisti, gli egocentrici, i seduttori seriali poi non rimane niente?
Ma sei sicura?

Ah, ecco, si, abbiamo popolato l’antartide?
Aspetta Betty che ho una chiamata sulla due, resta in linea…

Dimmi Jenny, Ah, quindi quelli normali li han trovati al museo delle cere?
Ah quindi i cartoni della Disney mentivano?
E anche le serie televisive?
No, aspetta un attimo che ho la Ludo sull’altra linea…

Ludo dimmi, sono con la Betty e la Jenny…no mi dicevano che qui non è rimasto nessuno…
che dobbiamo alzare un pò l’asticella e riammetere i SEDUTTORI DI STA CEPPA e QUELLI SCONTATI COL FUSTINO DEL DETERSIVO IN POLVERE…
Ah, sei d’accordo anche tu? Stiamo a sfascià l’ecosistema?
Freud s’è rivoltato?
Darwin s’è decomposto?
Oh cavolo, no no ragazzi alt fermi stoppiamo tutto…
Tranquille, ci penso io, andiamo giù di RETTIFICA.


Niente ragazzi, ci aggiorniamo alla prossima edizione perchè qui è compromessa la prosecuzione della specie.

 

A stare fermi non succede niente.

23 venerdì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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amore, aspettare, caffe, cucchiaino, donne, uomini

Come sono carini quegli uomini che non se ne fanno nulla delle donne innamorate.

Di quelle donne innamorate della vita, dell’amore. Ti dicono che amano il tuo amore per la vita, per l’amore. E mentre te lo dicono, camminano all’indietro, con il rischio di inciampare volontariamente in donne che non amano niente, né tantomeno loro.

Ci sono uomini che se tu, donna, trovassi il coraggio di urlargli che li ami, ti direbbero di non urlare. Ci sono uomini che non se ne fanno niente dell’amore delle donne, di quelle stesse donne che li lasciano a prendersi la gloria sul palco, ma che non li abbandonano, e restano lì, dietro le quinte, a fare il tifo, ad aspettarli.

Ci sono uomini ti studiano e ti portano a giocare a scacchi. Ti fanno scegliere il colore bianco, quindi sarai tu a muovere per prima, a muoverti per prima. Tu non conosci le tattiche, tu lo guarderai con tenerezza mentre ti porterà via i pedoni e i sogni, uno ad uno. Tu sarai lì a farti dare scacco matto.

Eh si, noi donne non siamo troppo ferrate con gli scacchi.
Ma sappiamo imparare.
Abbiamo imparato, sin da bambine, ad aspettare, per esempio.
Sappiamo aspettare nove mesi prima di vedere il volto di nostro figlio che ci sta crescendo dentro.

Sappiamo per prime quando è primavera, quando sta per piovere.

Sappiamo aspettare che l’acqua bolla senza dover alzare il coperchio ogni cinque secondi.

Sappiamo aspettare una vita proposte che non arriveranno mai.

Sappiamo aspettare , dopo appena  45280 tentativi, prima di sentirci dire che la nostra parmigiana è vagamente somigliante a quella di vostra madre.

Sappiamo aspettare i vostri ritardi, i cieli sereni dopo le lune storte a cui siete perennemente appesi.

Sappiamo aspettare quando non arrivate e anche quando non ci arrivate.

Sappiamo aspettare  negli aeroporti, nelle stazioni, nei ristoranti.

Siamo lì anche quando cretineggiate per ogni gonna che passa.
Siamo lì anche quando dovremmo sbattere la porta.
E siamo lì anche quando la sbattete voi la porta.
Siamo lì dopo i silenzi, le attese inutili, le notti insonni, i sorrisi negati, e restiamo ancora lì con gli occhi annegati di pianto.
Siamo lì dopo le lame dei vostri NO.
E quando tornerete, vi diremo ancora si.

Però, cari uomini che non ve ne fate niente dell’amore delle donne, una cosa ve la dobbiamo confessare.
Quella donna che è rimasta lì, con tutti questi NONOSTANTE, quando si alzerà dalla sedia, la accosterà al tavolo e si girerà, incamminandosi lenta, non starà andando a prendervi il cucchiaino per girare lo zucchero nel  vostro caffè.
In quella tazzina vi lascerà tutto quell’amore che non avete voluto capire, mangiare, sposare, rispettare, coccolare, divorare.
E voi resterete ancora lì, fermi, ad aspettare.
Berrete il vostro caffè anche senza il cucchiaino, ma sarà inevitabilmente un po’ più amaro.

Perché la vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce, devi girare il cucchiaino.
A stare fermi non succede niente.

LOVE, actually

22 giovedì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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actually, amare, amore, love, paura

“È opinione generale che ormai viviamo in un mondo fatto di odio e avidità,
ma io non sono d’accordo.
Per me l’amore è dappertutto.
Spesso non è particolarmente nobile o degno di note, ma comunque c’è:
padri e figli, madri e figlie, mariti e mogli, fidanzati, fidanzate, amici.

Quando sono state colpite le Torri Gemelle, per quanto ne so, nessuna delle persone che stavano per morire ha telefonato per parlare di odio o vendetta…
erano tutti messaggi d’amore.

Io ho la strana sensazione che – se lo cerchi – l’amore davvero è dappertutto.”

LOVE, ACTUALLY

Difficile da credere.
Ma se ci isoliamo per un attimo da quello che rappresenta la polvere prodotta da “omuncoli” di vario genere, razza e paese, quel che resta è tutto riconducibile a quello, all’Amore.

Metà degli aerei che prendiamo e dei treni che perdiamo,
Metà dei cappotti che indossiamo e dell’intimo che ci strappiamo,
Metà dei panini che mangiamo e delle verdure che scartiamo,
Metà delle parole che urliamo e degli sguardi che abbassiamo,
Metà delle torte che bruciamo e del gelato che strafoghiamo,
Metà delle labbra che trucchiamo e del mascara che raccogliamo sulle guance

Metà di tutto è riconducibile all’amore.

Ma quand’è che ci ricordiamo di cercarlo, l’amore?
Quando pensiamo di essere alla fine di tutto.
Come se volessimo espiare le nostre colpe, chiedere scusa, sentirci meglio, protetti, salvati.
Perchè per quanto odiato, respinto, soffocato, cancellato, litigato, sviscerato, annientato, abortito, negato…lì è dove ci ricongiungiamo: all’Amore.

L’Amore perdona, salva, protegge, scioglie, scalda, appanna, stropiccia, imbarazza, custodisce, partorisce, accompagna, allatta, schiaffeggia, scuote, ricorda e dimentica.

E’ l’amore per se stessi, per ciò che si fa, per ciò che si costruisce, per ciò che si ricomincia, per ciò che si mette al mondo, per un figlio, un amico, un genitore, uno sconosciuto, per l’idea stessa di Amare, a prescindere dagli oggetti di quell’amore.

E’ solo che aspettiamo sempre le spalle contro il muro, le vite appese al filo, i titoli di coda, per chiamarlo per nome, quell’Amore.

L’amore è davvero dappertutto.
Ma siamo troppo assuefatti all’odio, all’abitudine, al’insoddisfazione e alla cattiveria per respirarne l’essenza nell’aria.

Mangia, Prega, Ama

21 mercoledì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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ama, amore, cambiamento, mangia, prega, viaggio

Un viaggio intorno al mondo. E dentro se stessi.
La protagonista scardina pezzo a pezzo la propria vita, ripartendo da se stessa, dale essenze, del palato e del cuore.

L’adattamento cinematografico ha una potente Julia Roberts che ci riporta a quello di cui parliamo spesso qui, in questa Stanza del Caffè, ovvero la ricerca di stessi e di ciò che ci fa muovere; l’Amore.
Non un uomo, un fidanzato, un marito.
Non una donna, una fidanzata, una moglie.
Non ci sono ruoli.
C’è l’Amore, che è essenza di tutti i rapporti, da quelli sentimentali a quelli culinari.

Un film che assomiglia ad un’onda:
una vita nella modernità, piena di cose e persone, con una base fragile
la distruzione, pezzo a pezzo, di tutto
la ripartenza da se stessi, come base per costruire
la ricostruzione, su basi solide questa volta.

Un film (e un libro) profondo o leggero: dipende dallo spirito con cui vi si approccia.

“Tutti vogliamo che le cose restino uguali, accettando di vivere nell’infelicità, perché abbiamo paura dei cambiamenti, delle cose che vanno in frantumi.

Forse la vita non è poi cosi caotica… è il mondo che lo è.
L’unica sola trappola è lo stare attaccati ad ogni singola cosa, facendoci rimanere fermi e bloccati in una realtà che non ci appartiene più.

Le rovine sono un dono.
La distruzione è la via per la trasformazione.
Anche in qualcosa di eterno le trasformazioni saranno sempre presenti…è questo l’unico modo per evolvere, per crescere e andare avanti… non esistono altre possibilità.

Dobbiamo accettare ogni singolo cambiamento, anche se questo comporterà un cambiamento radicale, a volte drastico o che ci farà soffrire.

Ci saranno sempre scelte da fare, strade da prendere e strade da lasciare.
Siamo in una continua evoluzione, in un perenne cambiamento evolutivo.

E alcune volte, perdere il tuo equilibrio per amore è necessario per poter vivere una vita equilibrata.”

Scavando nella nostra personalità, rischiamo d’imbatterci in uno sconosciuto.

21 mercoledì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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donne, essere se stessi, michelangelo, uomini

Quando le donne si ritrovano insieme per parlare, si ritrovano per parlare di uomini.

E quando le donne parlano di uomini, parlano inevitabilmente di altre donne 🙂

Di quelle che loro vogliono, o che noi crediamo loro vogliano. Queste sono sempre “più”: più giovani, più alte, più magre, più belle, più attraenti, più…leggere, anche.

E allora ci arrabbiamo con queste “altre”, mentre nella mente già progettiamo di diventare noi stesse quelle “altre”.

Perdiamo una vita dietro a uomini che vogliono le donne. Le altre donne.

E quelle altre non ci piacciono, di solito.

Eppure ogni sforzo è volto a cambiare noi stesse.

Siamo sempre lì a cercare di capire che persone piacciono agli altri, che ci siamo dimenticate di capire che tipo di persona vogliamo essere noi.

Basta guardare alcune delle nostre foto, misurando il tempo con gli uomini che abbiamo avuto o che abbiamo desiderato avere.
Siamo mille donne diverse, ma forse con tacchi troppo alti, capelli troppo scuri e occhi troppo persi.

Ad una preziosa lezione di psicologia a cui ho partecipato, ci hanno chiesto di scrivere su una pagina bianca che tipo di persona siamo, con la promessa che avremmo custodito quel foglio, per rileggerlo a distanza di mesi, di amori.

Scommetto che nessuna di noi si è riconosciuta in quelle righe 🙂

Perché noi troppo spesso non sappiamo chi siamo se non ci realizziamo in qualcun altro.

Scavando ben a fondo nella nostra personalità,
rischiamo d’imbatterci in uno sconosciuto. (Michelangelo)

Quando si ride

21 mercoledì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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amare, amore, benigni, quando si ride, ridere, vivere

“Quando si ride ci si lascia andare, si è nudi, ci si scopre.
Quando uno ride, vedi un po’ la sua anima.
E poi quando si ride ci si muove, ci si scuote.
Ci si scuote come un albero
e si lascia per terra le cose che gli altri possono vedere
e magari cogliere.

Gli avari e coloro che non hanno niente da offrire, infatti, non ridono.”
Roberto Benigni

Quando si ride ci si muove.
Il corpo obbedisce inconsapevolmente a se stesso, a ciò che lo sta muovendo, rendendo quasi impacciato, goffo.

Quando si ride ci si scuote come un albero e si lasciano per terra le cose che gli altri possono vedere e magari cogliere.
Una parola non detta, una mano davanti alla bocca a coprire la timidezza, he lascia scoperti imprudentemente gli occhi.
Quando si ride ci si può dichiarare, “nascondendosi” in maniera goffa dietro a quell sorriso che è una lama per chi ha il cuore scoperto, come te.

Quando si ride ci si lascia andare.
Non mi importa niente se quello che ti sto dicendo è ridicolo, buffo, inconscio. Io con te voglio stare su un’altalena, respirare tutto e cambiare ogni secondo la prospettiva, il punto di vista.
Voglio avvicinarmi a te, per poi allontanarmi e tornare di nuovo.

Quando si ride, ci si scopre.
Voglio che tu veda tutta me. Voglio che tu veda tutte le mie teorie fatte a pezzi dai tuoi sorrisi.
Voglio spogliarmi per te, restare al freddo, senza i tacchi nei pensieri e i cappotti sul cuore.

Quando si ride, forse, si Ama.

 

 

 

 

 

Lasciatevi in pace

20 martedì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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Fabrice Midal, lasciatevi in pace, libro, meditazione, mollare gli ormeggi, vivere bene

Ieri, nelle mie letture di aperture della giornata, mi sono imbattuta in un articolo che credo dovrebbe accompagnare I risvegli di ciascuno di noi.

Combattiamo ogni giorno una vita che ci vuole attivi, efficienti, performanti, robusti, sensibili, perfetti. Combattiamo.

E’ un’azione forte quella di combattere.
Implica che per arrivare agli obiettivi, bisogna lottare…magari anche contro se stessi.
Ci chiedono, e ci sentiamo quindi in dovere, di essere accettati e adeguati alle più svariate situazioni, in armonia con qualsiasi contesto.
E’ un vivere frenetico, il nostro.
Per le strade cittadine e per quelle che abbiamo dentro.

«Lasciatevi in pace».
“Come, scusi?”
«Lasciatevi in pace».

A ripeterlo con voce pacata ma ferma è Fabrice Midal, uno dei più grandi esperti europei di meditazione, che ha racchiuso tutto in  «Foutez-vous la paix», uscito nel 2017 in Francia.
La chiave è qui: non serve essere perfetti.
Smettiamola di dare il tormento a noi stessi su come sarebbe meglio comportarsi.

Ogni capitolo ci esorta a mollare gli ormeggi e come un mantra ogni sezione invita a «smettere» di fare o essere qualcosa.

«Smettete di essere calmi»
«Smettete di essere saggi»
«Smettete di paragonarvi agli altri»
«Smettete di frenarvi»

Non siamo mai soddisfatti di chi siamo e di che cosa facciamo e aumentiamo la pressione su noi stessi. Questa tensione all’eccellenza genera in noi ansia e stress, e ci allontana sempre di più dalla nostra vera natura. Perché la perfezione è uno standard inarrivabile e non offre altro che infelicità a chi la ricerca.

Fabrice Midal si spinge ancora oltre:
«Io oppongo alla saggezza spaventosa come la intendiamo noi, l’entusiasmo che solo, con l’ardore che contiene, guarisce e cambia il mondo.
Lasciamo la nostra zona di comfort, usciamo da noi stessi per andare verso qualcosa di più grande».
Saggezza intesa come zavorra, dunque. Qualcosa che ci allontana da quella benefica e salvifica «leggerezza» alla quale il nostro Italo Calvino aveva dedicato una delle sue pregiate Lezioni Americane.

Diffidiamo della nostra volontà di capire tutto.
Trascorriamo esistenze a valutare i pro e i contro, lasciamo passare mesi, anni, per poi riprendere i nostri calcoli e sentirci invadere dal terrore perché la colonna dei “contro” non è mai vuota.
E alla fine restiamo dove siamo, a piangerci addosso e rimpiangere
“Ah, se solo avessi…”».

Impariamo a «lasciarci in pace».

La nostra esistenza non è un’equazione matematica e non accanirsi a capire tutto è l’unico modo per essere davvero fedeli al senso dell’esistenza umana.

Altrimenti c’è il rischio di finire come un tizio che, trovatosi rinchiuso in una stanza, cerca di uscirne in tutti i modi più complicati.
Si arrampica verso la finestra che però è troppo in alto.
Cerca di passare per il camino che ahimè è troppo stretto.

Gli sarebbe bastato voltarsi per accorgersi che la porta era rimasta aperta tutto il tempo.

…O sei innamorato, o non lo sei.

19 lunedì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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amore, benigni, limite, o sei innamorato o non lo sei, troppo amore

“O sei innamorato, o non lo sei.
È come la morte…o sei morto, o non lo sei: non è che uno è troppo morto!
Non c’è troppo amore, l’amore è lì.
Non si può andare oltre un certo limite, e quando ci arrivi, a questo limite, è per l’eternità. ”

Il grande ispiratore di oggi è un uomo che, attraverso la sua gestualità sopra le righe e la semplicità delle sue parole, riesce ad esprimere in maniera lieve e soave la potenza della vita stessa. Questa persona è Roberto Benigni.

Quante volte ci siamo sentiti dire, o abbiamo rifilato agli altri, un concetto assurdo ma di grande effetto come: Ti amo troppo, Mi ami troppo. E questo “troppo” assume sempre una connotazione negativa.

“Troppo” evoca qualcosa che non ci sta, che non può essere contenuta, domata, dominata, controllata. Ma questo “troppo”, nei sentimenti, non può esistere. Non possiamo accettare che qualcuno ci ama troppo.
Dovremmo chiederci: ma cosa vuol dire che mi ami un po’?

L’amore è qualcosa che, quando nasce, può solo cambiare forma. Ma il volume resta. Può essere più o meno esternato, cantato, parlato, descritto, forse dimostrato. Ma quando esiste, non ha una quantificazione della propria esistenza.

Ho sempre creduto che la vita sia l’amore, in mille e mille forme.
Vita e amore per un compagno, una passione, un figlio, un genitore, un amico.
Amare qualcosa o qualcuno rende vivi. Non l’essere amati.
E’ l’atto stesso di amare che crea la vita: amare crea un movimento, in avanti o indietro, crea forza, crea energia, crea coraggio e scatena paura.
Amare crea l’azione del “fare”.
Amare tiene in vita.

Amare è saper aspettare. Accudire.
Anche strattonare, a volte.
Ma chi ama non deve mai temere di amare TROPPO.
E amare spaventa, certo. Perché ci spoglia di noi stessi facendoci vivere in altro contorni, in altri cappotti, in altri sorrisi. Fino quasi a non riconoscersi più.

Ma perdersi così nei battiti di qualcuno è uno dei luoghi più sicuri che esistano.


Questo pensiero di oggi lo dedico a due persone per me speciali.
Che da quando si sono affacciate al mondo dei grandi, si sono trovate.
Si sono conosciute l’uno dentro l’altra.
Si sono amate, accompagnate, mano nella mano.
Si stanno amando e si stanno accompagnando, mano nella mano.
Hanno costruito, gioito, sofferto, mano nella mano.
E adesso forse si stanno separando, con un addio che è straziante.
Che non è un addio. Ancora mano nella mano.
Perché quando si ama, si vive nei cuori, oltre che nei corpi.
E vorrei dire a te, piccola grande donna, di essere forte, di buttare fuori tutto il dolore.
Ma ti voglio anche dire che amare come vi siete amati voi non avrà mai fine.

 

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