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~ La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce, devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente.

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Archivi Mensili: settembre 2014

In QUEI giorni

29 lunedì Set 2014

Posted by Donna Abelarda in Società & Attualità

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Ennesima richiesta per le agenzie di pubblicità che producono geniali spot sugli assorbenti femminili.
Potremmo un po’ cambiare direzione? Magari togliendo le pedalate, per cominciare?

Nel senso, perché deve passare il messaggio, tra l’altro immotivato, che IN QUEI GIORNI, io pedalo, sono felice, faccio la ruota, parlo al telefono con le mie amichette sbandierando quanto il mio Ultra sia efficiente, meglio di un marito?

Ma non possiamo dire, semplicemente:
Care donne, in quei giorni, visto che nei 7 precedenti e nei 7 successivi siete legittimamente INTRATTABILI – DOLORANTI – TRISTI – ALLEGRE – ESAURITE – ISTERICHE – A DISAGIO, ecco a voi il mitico Ultra che, NONOSTANTE i disagi sopra citati, vi lancia un salvagente.
Per il resto, i piatti e tutte le porcellane del servizio buono sono nella credenza; i vostri mariti sono nel solito angolo a sinistra del divano.
Buon ciclo!

Io tutta sta voglia di pedalare vestita di bianco non ce l’ho nemmeno nel breve lasso di tempo tra Quei Giorni di questo mese e Quei Giorni del mese successivo…. 🙂

L’uomo al centro di se stesso.

29 lunedì Set 2014

Posted by Donna Abelarda in Società & Attualità

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Branson cancella l’orario di lavoro: “Contano i risultati, non il tempo in ufficio”

Il magnate della Virgin stravolge l’azienda: i dipendenti saranno liberi di ore, giorni e settimane di ferie senza chiedere il permesso a nessuno. C’è una sola condizione: “Non devono mettere a repentaglio risultati e carriera”

E’ il nuovo sistema di lavoro approvato da Richard Branson, il 64enne imprenditore britannico, uno dei businessmen più ricchi e intraprendenti (qualcuno direbbe “stravaganti”) del Regno Unito e forse del mondo, che ha annunciato l’entrata in vigore della nuova policy per i dipendenti della Virgin, la conglomerata che contiene tutte le sue aziende, nei molteplici campi, dall’aviazione alla finanza, dall’intrattenimento ai media, in cui operano.
“La nostra nuova politica permetterà a tutti i salariati di andare in ferie quando vogliono e per quanto vogliono“, scrive il magnate sul proprio blog.
Una condizione in realtà c’è: “Sta ai dipendenti decidere quando hanno voglia di prendersi qualche ora, un giorno, una settimana o un mese di ferie, con la sola consapevolezza che lo faranno quando si sentono al 100 per cento fiduciosi che la loro assenza non danneggerà il lavoro, e naturalmente nemmeno la loro carriera“.
L’iniziativa è il risultato della rivoluzione tecnologica che permette a molti di lavorare da casa o comunque fuori dall’ufficio: se non è più possibile vigilare tassativamente sul tempo che uno passa a lavorare, ecco il ragionamento del capo della Virgin, perché mai dovremmo vigilare sul tempo che passa in vacanza?
“La nostra attenzione dovrebbe concentrarsi sui risultati che ognuno realizza, non su quante ore o quanti giorni ha lavorato“.
Bisognerà intendersi su come valutare i risultati, chi decide quando un risultato o un progetto è a posto e come impedire che gliene subentri immediatamente un altro. Insomma si tratterà di vedere come funziona in concreto la proposta. Non andrà bene per tutti i tipi di lavoro, ovviamente, ma è una vera e propria rivoluzione che mette l’uomo al centro di tutto.

In un paese come il nostro, che si dà delle regole solo per poterle stravolgere, è peggio che pura utopia.
Ma questo sistema racchiude in sé l’essenza di quello che dovrebbe essere l’uomo: Un essere capace di autoregolamentarsi, di organizzarsi, di darsi degli obiettivi e dei tempi per realizzarli, al 100% ovviamente. Lavorare di notte o di giorno, con la tv accesa o in riva al mare, da solo o in un Caffè.
Lo stress di sopportare colleghi che ci innervosiscono, il lavorare ad orari prestabiliti, in luoghi prestabiliti. Si fissano modi, obiettivi, tempi e consegne: il come, quando, dove, con chi li realizzerai, poco importa.

Sarebbe davvero una rivoluzione del pensiero, qui da noi.
Ma solo per chi ce l’ha, un pensiero.

Un talento…non per caso. Alessandra Korompay

29 lunedì Set 2014

Posted by Donna Abelarda in About YOU - Le mie interviste

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Oggi il caffè lo beviamo con Alessandra Korompay!

Alessandra Korompay, attrice e doppiatrice. Una voce che è solo la partenza di una bellezza a tutto tondo.

Alessandra, come ti sei avvicinata a questo mondo?
In casa mia si respirava un po’ questo clima artistico, diciamo!
Mia mamma era un’attrice di teatro. Io, da quando ero piccola, i miei primi passi li ho mossi nella danza classica, la mia passione, la mia missione. Quando avevo 17-18 anni, il mio corpo è un po’ cambiato e questo ha posto fine a quella carriera lì. E’ stato un momento molto difficile, doloroso. Mi sentivo una fallita. Avevo studiato Lingue e quindi mi sono buttata in quella carriera da scrivania, con l’indole per la recitazione che bussava dentro, che scalpitava. Ed infatti la mia esperienza è durata solo 3 mesi! Di nascosto da mia madre mi sono licenziata. Ero molto timida, quindi mi sono avvicinata a quella che era la recitazione “dietro le quinte”: il mondo del doppiaggio. Ho iniziato a guardare tanti film e, dai titoli di coda, ho afferrato la mia prima occasione: la Tecnosound. Mi sono presentata presso i loro studi, ho chiesto di poter assistere ad un turno. La mia scuola sono stati i film che registravo e che consumavo, la lettura, tanta, e poi un po’ di questo mondo ce lo avevo nel sangue, lo respiravo e lo vivevo in casa. Il mondo della recitazione a cui apparteneva mia madre mi ha aiutata anche dal punto di vista della tecnica, con una dizione ed un italiano corretti, per esempio. Ho finalmente trovato il coraggio di confessare a mia madre quello che volevo fare, dopo essermi licenziata! “Ma sei pazza! Tu non hai nemmeno fatto una scuola per questo mestiere!” Ma piano piano, ho mosso i primi passi. Con il grande Amendola, il mio primo provino.
Ho iniziato come assistente, per poi crescere sempre di più. E’ iniziato tutto per caso!

Lavorativamente, una persona che porti nel cuore.
Ce ne sono tante. Una sicuramente è Wanda Tettoni, un’attrice molto carina, un po’ sulle sue. Mi sono sempre relazionata “in punta di piedi” perché ho molto rispetto per queste grandi colonne. Mi ha spiazzata quando, alla nascita di mio figlio, mi ha fatto dei lavoretti ai ferri…la porto sempre nel cuore, una grande donna!

Parlami un po’ di un personaggio a cui hai dato anima e voce, la svampita Donna Martin di Beverly Hills 90210.
Mi è piaciuto molto questo personaggio. Svampitella appunto, ma si faceva voler bene. La ricordo con molto affetto. La sua interprete, Tori Spelling, l’ho seguita poi in tanti altri suoi film.

E del percorso, lungo, di Beverly Hills che cosa mi dici?
E’ stato un bel periodo, una bella lavorazione che ci ha dato molto successo. Ci ha fatto uscire dall’ombra. Eravamo un bel gruppo, molto affiatato. I momenti di divertimento al leggìo erano quotidiani.
Era un’epoca in cui si lavorava tutti insieme, i momenti di divertimento, di gioco erano costanti. Ora invece, con i ritmi che abbiamo, con le colonne separate, si è un po’ perso questo clima.
Quel modo di lavorare era un modo molto gioioso.

Che cos’è per te la Voce?
La voce è magia. E’ la mia bacchetta magica. La orchestro e mi piace saperla adattare alle varie situazioni, ai vari personaggi. La voce è energia.
I vecchi direttori, dei veri e propri direttori d’orchestra, ci dicevano sempre: Non siate noiosi, altrimenti ogni battuta è uguale all’altra e sembrerà di ascoltare sempre la stessa musica! E’ proprio così: noi siamo degli strumenti che suonano insieme in armonia. Una volta, come ti dicevo prima, quando eravamo tutti insieme in una scena al leggìo, tu potevi intonarti all’altro. Lui ti dava una battuta e tu gli rispondevi “ a tono”. Ora viaggiamo sempre di corsa, con ritmi serrati, in turni separati, è tutto un po’ più “artificiale”, ma noi cerchiamo di rendere sempre tutto al meglio, armonioso, musicale.

Sei critica verso i tuoi lavori e verso quelli degli altri?
Sono molto autocritica. Adesso mi accetto molto di più, ma prima mi riascoltavo e volevo cambiare tutto, non ero mai soddisfatta.
Quando guardo un film, è normale che mi dia fastidio se ha avuto una lavorazione mal fatta, faccio fatica. Ma cerco comunque di godermi quello che sto guardando.

Che cos’è per te la Bellezza?
La bellezza non esiste in se stessa: la devi cercare e trovare tu in tutte le cose. Io uso i miei occhi per cercare la bellezza in tutto ciò che faccio e la trovo.

Parliamo di due sentimenti umani, forse tra i più devastanti: l’invidia, la gelosia.
Io mi ritengo molto fortunata perché questi due sentimenti non mi appartengono. Sin da quando ero ragazzina, ho sempre apprezzato la felicità e la bravura degli altri. Sono degli stimoli per me, tirano fuori il meglio di me, fanno scattare quella competizione sana che arricchisce, non distrugge. La gelosia poi, anche se ce l’hai, non porta a nulla. Anche in amore, bisogna lasciarli andare gli altri.
Bisogna aiutarsi, non allontanarsi: In questo modo possiamo crescere.
La gelosia e l’invidia sono fini a se stesse, sono stupide.

Che cosa ammiri nelle donne e che cosa negli uomini.
Nelle donne ammiro il sentimento di accoglienza: noi diamo la vita, e spesso ce lo dimentichiamo. Ultimamente scimmiottiamo a fare l’uomo, e stiamo perdendo la nostra essenza di “femmine”. Delle donne amo poi il coraggio: il coraggio di chiudere certe situazioni, di rimettersi in gioco, in discussione, di mettere un punto e ricominciare. Gli uomini sono un po’ meno bravi in questo. Ma li adoro lo stesso, ho tanti amici maschi! Dell’uomo mi piace, come per la donna, l’essenza dell’essere uomo. Mi piace la loro impulsività, la loro irruenza, la loro mascolinità, il loro buttarsi nelle cose. E poi hanno quel sano cameratismo che a noi donne manca. Noi donne siamo rivali tra noi: sono rare le nostre amicizie autentiche. Diciamo che ognuno di noi ha in sé i cromosomi maschili e femminili: bisognerebbe imparare a convivere in equilibrio con queste due parti, accettarsi, migliorare i propri lati negativi, senza per questo cambiare. Bisogna acquisire consapevolezza di sé.

Il più bel complimento che ti hanno fatto.
Che sono sorridente, che riscaldo i cuori, che do serenità.
Questo mi riempie di gioia: io do tanto e quello che do, alla fine, ritorna.

Tu presti la tua voce anche a tanti spot pubblicitari: sei il filo conduttore tra il prodotto ed il cliente. E’ importante la voce anche in quegli spazi così brevi? Ricordiamo che la pubblicità è il massimo momento di zapping televisivo…
La voce è importante in tutti i contesti. Anche in questi. Prima era molto curato questo aspetto; ora, per motivi di costi, molto meno. Tu in quei secondi devi vendere un prodotto ad un ipotetico cliente: hai un ruolo chiave.

Una cosa di cui non puoi fare a meno.
Sembrerà banale, ma è qualcosa che mi porto dietro da quando ero piccola: lo sport. Mi dà energia, mi dà benessere. Il muovermi mi fa stare bene.

Ci sono dei colleghi che stimi in modo particolare?
Ce ne sono tantissimi. Riccardo Rossi, Francesco Prando, Laura Lenghi, Ilaria Latini. E quando penso ad Ilaria, non posso non pensare a Laura, sua sorella, che non c’è più. Provo un affetto immenso per Laura, un concentrato di forza, simpatia. Una forza della natura.
Una mancanza difficile da accettare.

Sei esattamente dove corresti essere, Alessandra?
Si, non mi guardo indietro, sto bene dove sono.
Rifarei tutto, ho fatto tanti percorsi che mi hanno portata ad essere come sono adesso.
Mi voglio bene. Mi sento le idee di una ragazzina in un corpo da adulta, con tante esperienze alle spalle. Mi sento davvero bene.

Il mio blog l’ho chiamato come la mia grande passione, il caffè. Quindi, la domanda è d’obbligo: ti piace il caffè?
Si, moltissimo!
Sono intollerante ma lo bevo lo stesso! Io e la mia Nespresso andiamo molto d’accordo!

L’ultima domanda racchiude in sé un ringraziamento speciale per questa opportunità che mi hai concesso. Perché hai accettato questa intervista con me che non lo faccio di mestiere?
Perché è una gioia per te e lo è anche per me! Tu mi ripaghi, con il tuo affetto e la tua stima, di tutti gli sforzi, di tutto l’impegno che metto in questo lavoro che poi è una passione. E’ uno scambio. E’ uno stimolo a fare sempre meglio.

Che cosa posso dire se non grazie ad una donna che, con la voce, ti arriva dentro, ti emoziona, ti fa sorridere.
Una persona delicata ma profonda. Un equilibrio straordinario. Semplicemente, grazie.
Lo scatto l’ho scelto io….Guardatela e, se respirate freschezza e sentite del calore sulla pelle…allora è proprio lei.

Abbiate cura di ciò che amate.

24 mercoledì Set 2014

Posted by Donna Abelarda in As School As possible

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È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato.
Tu sei responsabile della tua rosa…
Un passaggio chiave di un libro straordinario, per adulti, più che per bambini, Il Piccolo Principe.

Lo spirito rende le cose uniche.
È il fine delle nostre scelte, dei nostri sforzi, dell’amicizia, dell’amore.

Mille rose in un giardino assomigliano a quella che il Piccolo Principe ha lasciato sul suo pianeta, ma la sua è unica in quanto l’ha innaffiata e protetta, in altri termini, l’ha «addomesticata», per dirlo come la volpe che aggiunge: «Diventi responsabile per sempre di ciò che hai addomesticato».

Lo spirito crea legami.
Grazie ad esso il mondo si popola di segni evocatori: come il campo di grano che ricorda i capelli biondo oro del Piccolo Principe, le stelle sono campanellini che ricordano il suo riso, il cielo è pieno di pianeti dove scricchiola la catena di un vecchio pozzo come quello trovato nel deserto dall’amico pilota. La vera vita è nello spirito che può perfettamente fare a meno della materia, della «corteccia» che il Piccolo Principe lascia dietro di sé senza rimpianti.

Per ritrovare la sua rosa infatti, il Piccolo Principe sacrifica il proprio corpo, facendosi mordere dal serpente velenoso: «Sembrerò morto ma non sarà vero… », ci dice come ultimo messaggio.

Contro il virus del pregiudizio.

23 martedì Set 2014

Posted by Donna Abelarda in On Air

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Il film tratta il delicato tema dell’ AIDS, la malattia che raggiunse il culmine della sua drammaticità negli anni novanta. Uno degli elementi portanti del film, accanto alle interpretazioni del pluripremiato Tom Hanks e di Denzel Washington, è la musica, che sostiene quasi tutte le scene principali.

Personaggi ed Interpreti

Tom Hanks: Andy Beckett, doppiato da Roberto Chevalier
Denzel Washington: Joe Miller, doppiato da Francesco Pannofino
Antonio Banderas: Miguel Alvarez, doppiato da Massimo De Ambrosis

Il film ruota attorno alle vite di due avvocati: Andy Beckett e Joe Miller, entrambi di Philadelphia. Il primo è brillante, esperto nel diritto, benvoluto da tutti i suoi capi; il secondo lavora in tv e sceglie sempre casi in piccolo, che non gli consentono particolari sbocchi per quanto riguarda la sua carriera.
Andy è omosessuale e convive da anni col suo compagno Miguel.
Joe è sposato con Lisa e ha da poco avuto una bambina. Andy, malato di AIDS, pensa di nasconderne le lesioni ai suoi colleghi. Questi ultimi, però, memori di un caso precedente, si accorgono della sua malattia e lo licenziano facendolo passare per incompetente nascondendo il ricorso di quella importante causa. Andy non ci casca e cerca un avvocato.
Dopo molti rifiuti le strade dei due uomini finiscono per incrociarsi…

Per interpretare il suo personaggio perse 12 chili.
Gli abiti di Tom Hanks furono curati dallo stilista italiano Nino Cerruti.
Il protagonista del film, Andrew Beckett, è al 49º posto tra gli eroi nella lista dell’American Film Institute.

Un film che ho visto in diverse fasi della mia vita: quando avevo a malapena dieci anni, quando ne avevo 18 e ora, a 28.
L’impatto è stato diverso, in crescendo.
Quando avevo 10 anni si affrontava, ancora timidamente, il tema dell’omosessualità e delle malattie sessualmente trasmesse. Era un fenomeno, quello dell’AIDS, che ha scosso tutti, intere generazioni. Il problema era sotto casa nostra, non solo in Africa. Ma era un tema che non mi apparteneva: non mi sono posta molte domande, era lì e basta,
Quando di anni ne avevo 18, il tema dell’omosessualità era ormai di uso comune e l’AIDS un problema affrontato e quasi debellato. Ero più consapevole e quindi la forza delle emozioni è stata violenta.
Oggi, a 28 anni, ho il bagaglio di conoscenze completo. E mi concentro sulle sfumature: le inquadrature, il fisico che ti abbandona, i tuoi affetti che si dileguano: solo gli autentici respireranno con te per l’ultima volta.
Gli attori sono da Oscar, straordinari.
I doppiatori, magistrali.
Il tema è affrontato con approccio scientifico e umano in un vortice devastante.
L’amore non ha sesso.
La malattia si combatte, uccide il corpo.
Ma il pregiudizio uccide l’anima.

 

 

Economia…domestica. Capitolo 1

23 martedì Set 2014

Posted by Donna Abelarda in As School As possible

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In tv, sui giornali….impazzano questi pazzi termini di cui molti di noi ignorano il significato e pure come si scrivono.
Noi qui, davanti ad un caffè, facciamo anche Economia.

SMALL CAP
Con questo termine si identificano le società aventi una piccola capitalizzazione di borsa.

SPREAD
Lo spread è una delle due componenti del tasso di interesse di un mutuo; è un valore stabilito contrattualmente che rimane fisso nel tempo e che comprende il margine di guadagno della banca e le varie spese di gestione.
Sommata ad uno specifico tasso di riferimento preso sul mercato, determina il tasso di interesse applicato al mutuo.
Lo spread applicato dalle banche non è un valore fisso, ma varia a seconda del tipo di mutuo, del cliente, della durata e delle condizioni di mercato.

STARTUP
É il termine con cui viene chiamata in inglese ogni nuova iniziativa imprenditoriale. Nella fase di startup, l’impresa è come un infante: non è autosufficiente; in particolare, dal punto di vista finanziario. Nei primi anni di vita, infatti, non riesce a coprire i costi con i ricavi generati dalla gestione caratteristica, cosicché ha bisogno per svilupparsi di capitali esterni.

F•R•I•E•N•D•S

23 martedì Set 2014

Posted by Donna Abelarda in On Air

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Friends (reso graficamente come F•R•I•E•N•D•S) è una sitcom statunitense trasmessa dal 1994 al 2004 in dieci stagioni.
La serie ruota attorno ad un gruppo di sei amici, tre maschi, Ross, Chandler e Joey, e tre femmine, Rachel, Monica e Phoebe.

Friends ha sempre ricevuto recensioni positive durante la sua messa in onda, diventando una delle più popolari serie TV.
Nel 1997 l’episodio Come due aragoste fu posizionato al 100º posto dalla rivista Guide TV nella classifica degli episodi più belli nella storia della TV.

Personaggi ed interpreti:

Jennifer Aniston: Rachel Green, doppiata da Eleonora De Angelis
Courteney Cox: Monica Geller, doppiata da Barbara De Bortoli
Lisa Kudrow: Phoebe Buffay, doppiata da Rossella Acerbo
Matt LeBlanc: Joey Tribbiani, doppiato da Vittorio De Angelis
Matthew Perry: Chandler Bing, doppiato da Massimo De Ambrosis
David Schwimmer: Ross Geller, doppiato da Simone Mori

Il giorno stesso in cui abbandona all’altare il futuro marito, Rachel reincontra la sua vecchia amica del liceo Monica, ora chef newyorkese. Diventate presto coinquiline, Rachel si unisce al gruppo di amici di Monica, tutti single e sulla soglia dei trent’anni: il mediocre attore italoamericano Joey, l’analista contabile Chandler, la massaggiatrice e musicista a tempo perso Phoebe, e il paleontologo Ross (appena divorziato dalla moglie scopertasi lesbica), fratello maggiore di Monica. Per vivere, Rachel inizia a lavorare come cameriera al Central Perk, una caffetteria punto di ritrovo degli amici; quando non sono al caffè, i sei sono spesso all’appartamento di Monica e Rachel, situato a West Village, parte di Manhattan, o a quello di Joey e Chandler, che si trova esattamente di fronte.

La trama è semplice, mai volgare.

I temi sono svariati: l’amore, il matrimonio, i figli, l’omosessualità, la maternità e la paternità.
Si parte dal tema assolutamente serio per affrontarlo in chiave ironica. L’amore è il motore di tutto: la partenza, il distacco, il ritorno per ripartire. Gli ingredienti ci sono tutti:
Rachel, bellissima, un groviglio di uomini, il lavoro che tutte le donne sognano, una figlia bellissima con l’uomo destinato a lei da una vita intera.
Monica e Chandler, una vita a rincorrersi inconsapevolmente, un’amicizia che culmina nell’amore più vero, la difficoltà della genitorialità e due bambini arrivati dal cielo.
Phoebe e Joey, la simpatia personificata, i personaggi più commoventi con un matrimonio per lei, da favola, il riscatto di una vita, e con la “stanzetta di Joey” nella nuova casa di Monica e Chandler, per non spezzare quel cordone ombelicale che da sempre li unisce.
Ross, un eterno papà, un eterno marito, perso nel suo mondo e catapultato in questo.

Dieci anni di emozioni che si basano su un sentimento unico: l’amicizia.

Il lavoro dei doppiatori, in particolare su Joey e Phoebe, è stato magistrale.
Rachel, la più fedele alla garbatezza dell’originale.
Grazie ragazzi.

La voce dell’arte. Georgia Lepore

22 lunedì Set 2014

Posted by Donna Abelarda in About YOU - Le mie interviste

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Oggi il caffè lo beviamo con Georgia Lepore!

Benvenuta nella mia Coffee Room, Georgia!
Grazie dell’invito, adoro il caffè.

Attrice, doppiatrice, cantante, dialoghista, direttrice di doppiaggio.

In quale di queste vesti ti ritrovi di più? Alcune sono fitte nell’ombra, come la dialoghista, la doppiatrice, la direttrice di doppiaggio…altre sono un modo per stare in pasto al pubblico, come l’attrice o la cantante.
Quali sono, sempre tra questi, i ruoli più faticosi e quelli che ti gratificano di più?
Premesso che mi piace e mi è piaciuto tutto quello che ho fatto finché l’ho fatto, e che tutto è faticoso se lo fai con impegno e professionalità, e che tutto è gratificante se è frutto di impegno e fatica…. il ruolo che mi piace di più è quello che non hai messo nell’elenco: la regista!
Negli ultimi anni mi sono dedicata (anche) alla regia teatrale e mi piace moltissimo. E’ per questo che forse al momento il ruolo che mi piace di più svolgere nel doppiaggio è quello di direttrice.. in qualche modo il direttore del doppiaggio è un “regista”, no?
Amo gli attori sopra ogni cosa e amo moltissimo lavorare con gli attori, più “da fuori” con una visione d’insieme, che “da dentro” come una di loro. Anche se, ovviamente, anche questo mi piace molto. Sono solo due prospettive diverse, ecco…

Nel tuo ventaglio di attrici straordinarie a cui hai dato la tua anima, ne abbiamo una che a mio parere è molto controversa, sia nei ruoli, sia nella vita “reale”, ed è Shannen Doherty. Che rapporto hai avuto con Brenda Walsh e/o con colei che le ha dato il volto, ovvero Shannen? Ti piaceva, ti ha mai infastidito? E’ stato un personaggio che faticava sempre a trovare la sua strada, a mantenere saldi gli affetti profondi come la famiglia, l’amore, gli amici.
L’ho adorata. Adoravo doppiare Brenda, adoravo la serie, adoravo il gruppo di lavoro, eravamo (e siamo) tutti amici e ci divertivamo molto. Considera che ancora oggi Lorena Bertini, cioè Kelly è la mia migliore amica!
Sono molto legata a Beverly Hills…. mia figlia è nata durante la prima stagione, tanto per dirne una. E quando Brenda è uscita dalla serie ho continuato a lavorarci come direttrice di doppiaggio grazie a Marco Guadagno, il mio gemello Brandon nonchè “capo” della società che si occupava dell’edizione dei Beverly. E’ stato un gran regalo e una grande opportunità della quale gli sarò sempre grata.
Quanto a Shannen, l’ho conosciuta, abbiamo passato un’intera giornata insieme quando lei era qui a Roma per girare uno spot…. simpaticissima, pazza e fumatrice accanita!

C’è un personaggio che ti ha attraversato a tal punto da averti dato più di quanto non gli abbia dato tu? Un personaggio a cui devi tanto…
Non saprei… Forse la giovane Deborah di “C’era una volta in America” (Jennifer Connely) che mi ha dato l’opportunità di lavorare col grande Sergio Leone. E Suor Rosa (Penelope Cruz) in “Tutto su mia madre”… ma sicuramente ce ne sono altri, per esempio ogni volta che mi è capitato di doppiare Cameron Diaz mi sono sempre divertita molto… non capita tutti i giorni di scambiare lunghi dialoghi d’amore con Jude Law/Niseem Onorato, no? 🙂

Ed invece, al contrario, c’è mai stato un personaggio totalmente fuori dalle tue corde che hai dovuto interpretare (come attrice o come doppiatrice)? Se accade questo, come si affronta? I personaggi che vai ad interpretare possono essere odiati da te? Oppure sono tutti, in qualche modo, “figli tuoi”, quindi oggetto di amore incondizionato?
Ma figurati, quale amore incondizionato! Spesso li prendiamo anche in giro se non ci stanno simpatici, o magari fanno qualcosa che noi non faremmo mai! Però è divertente lo stesso, anzi quasi di più interpretare “persone” così diverse da te è stimolante. Personaggi fuori dalle mie corde mi sono capitati raramente; se capita vuol dire che il direttore non ha proprio azzeccato la distribuzione, ma è raro per fortuna!

Nella veste di direttore di doppiaggio, come sei? Sei severa, che rapporto hai con gli artisti che vai a dirigere?
Li amo alla follia. Quelli si che sono oggetto di amore incondizionato da parte mia! E si, sono abbastanza rompiballe (mi sa che una parola più forte non si può usare, ma voi lettori pensatela perchè è esattamente QUELLA la più giusta per me!)
Cerco di fare le cose al meglio e cerco di mettere ognuno nelle condizioni di fare il suo meglio.

Sei una donna indiscutibilmente bella, professionale, preparata. Sei competitiva? Mi riferisco ai colleghi in generale, uomini e donne.
Ahahahah! Grazie per i complimenti, ma….. no. Non sono mai stata competitiva, penso sia uno spreco di energie inutile. Penso che al contrario riconoscere il valore e il merito anche fuori da noi sia non solo giusto, ma armonico. Sono del parere che i talenti altrui siano occasione di grande crescita e apprendimento per noi e che in quanto tali vadano sostenuti. Se tu cresci, cresco anche io. Se c’è apertura, collaborazione e condivisione l’Universo è in equilibrio. Sono un’esteta, preferisco vedere, cercare la Bellezza in tutto piuttosto che negarla o tradirla.

Che cos’è per te la Bellezza?
Ecco! La Bellezza è tutto ciò che da gioia e rasserena e arricchisce.
Un sorriso, una sinfonia, un bosco. La tolleranza, l’educazione, l’altro da te.

Sei critica quando ti trovi ad essere spettatrice, in tv o al cinema? Ti porti “il lavoro a casa”? come reagisci di fronte, per esempio, ad un prodotto mal doppiato?
Te lo chiedo perché io sono una amante allo stato puro delle belle voci. Quando avevo 3 anni e ascoltavo Giorgio Borghetti che doppiava Benji nel cartone animato, ho capito che per me la voce era tutto. Ed io, non essendo del mestiere, difficilmente mi appassiono ad un film, ad una serie, ad un cartone, se lo reputo “mal doppiato”, affidato ad interpreti che non lo valorizzano.
Mi fai una domanda spinosa. Io sono una grande appassionata della lingua inglese quindi guardo quasi tutto in originale (spesso con i sottotitoli in inglese per capire meglio, non pensate che io sia madrelingua!), quindi in questo senso no, non mi porto il lavoro a casa! Sono sia spettatrice  che doppiatrice ma con esigenze, diritti e doveri diversi, diciamo! 🙂
Quando mi capita di sentire un lavoro “mal doppiato” (definizione sulla quale ci sarebbe da parlare fino all’ora del thè!) mi dispiace, è ovvio, perchè so che si sarebbe potuto fare meglio…
Hai citato Giorgio Borghetti, mi fa piacere. E’ un grande amico e un grande professionista, e io ero la “sua” Imperatrice di Fantasia ne “La Storia Infinita”, altro film che ho adorato fare 🙂

Che cosa ammiri nelle donne e che cosa negli uomini?
In entrambi la capacità di mettersi nei panni dell’altro.

Alle donne faccio spesso questa domanda: che ruolo ha l’amore nella tua vita e nella vita più in generale?
Da protagonista. Nella mia vita e nella vita in generale. E’ l’Amore che muove il mondo, che altro?

Che cos’è per te la VOCE?
Un’espressione di sé. E un mezzo potente. Le parole sono importanti.

Georgia, sei esattamente dove vorresti essere?
Diciamo di si. Ho ancora tanto da fare!

La domanda è d’obbligo…sei nella mia Coffee Room…ti piace il caffè? 🙂
Moltissimo. Non so se si può fare pubblicità, ma non vivo senza la mia Nespresso 🙂
Mi piace in tutte le varianti possibili, con la panna, con il cioccolato, con la cannella, con lo zenzero….. e lo adoro freddo.

L’ultima, invece, è come mai hai accettato questa intervista? 🙂
Perchè ho letto quella di Niseem e mi è piaciuta molto. Belle domande e belle risposte. 😉

L’ho corteggiata tanto Georgia.
E ho fatto bene.
Riguardi questo ritratto e ti accorgi come la voce sia solo un punto di partenza.
C’è un’anima dietro, profonda, delicata, artistica.
Una donna di una bellezza difficile a definirsi, che lascia il segno.
E io, non posso che ringraziarla.

 

La Passione.

18 giovedì Set 2014

Posted by Donna Abelarda in Human Feelings

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La Passione, con la P maiuscola, è il completamento di sé.
La passione ti delinea i contorni, ti colora di sfumature.
La passione ti riempie la mente.
La passione ti fa sopportare ciò che non ami per arrivare a ciò che ami.
La passione è vita.
La passione non ha un confine, è soggettivamente “applicabile”.
La passione ci distingue dalla massa, ci dà un timbro, una melodia.
La passione è sofferenza, sacrificio.
La passione non è mai rinuncia, non è mai rassegnazione: è cambiamento.
La passione è non vedere il gradino più alto ma sapere che c’è.
La passione è incamminarsi.

Passione è capirsi, capire se stessi; è imparare a conoscersi, a misurarsi, a superarsi.
Passione è attraversare la corrente o seguirla.

Con la passione diventi Soggetto e non oggetto.

Siate sempre appassionati, affamati, attenti, curiosi, coraggiosi.
Non bisogna sopravvivere!
Bisogna VIVERE!

La dolcezza di un sorriso intramontabile. Ilaria Moscato.

18 giovedì Set 2014

Posted by Donna Abelarda in About YOU - Le mie interviste

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Oggi il caffè lo beviamo con Ilaria Moscato!

Ilaria Moscato, storico volto nella nostra televisione.
Fin da piccola con il sogno del teatro.
Conduttrice ed Annunciatrice, per dieci anni al timone di Easy Driver.
Una donna timida ma forte, una professionista che è entrata nelle nostre case in punta di piedi, con leggerezza e cordialità: e non se ne è più andata.
Un volto rassicurante, una bella donna nel senso più pieno del termine.
Testimonial dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla.
Innamorata della sua Roma come del suo profumo: ha provato a tradirli tante volte…ma è sempre tornata da loro!

Benvenuta Ilaria!
Inizio, volutamente, con una domanda un po’ pungente, che non ha l’obiettivo di pungere: è solo una dimostrazione di stima.
Da qualche tempo non ti vediamo più alla conduzione di quello che per dieci anni è stato parte integrante della tua vita, ovvero Easy Driver. Questo allontanamento è stato volontario?
E’ la prima volta che ne parlo, ed è un tema molto doloroso.
Non è stato, purtroppo, un allontanamento volontario. E’ stato sorprendente, ma non per il fatto che non sarebbe potuto mai accadere. E’ stato sorprendente sotto il profilo umano.
L’allontanamento da Easy è stato un ferimento, soprattutto per quanto riguarda le persone con cui lavoravo, che io ritenevo amici, prima che colleghi.
In televisione, ho amaramente scoperto che se ci sei, se esisti in quel mondo e in quel contesto, sei e puoi essere amica di tutti.
Se non ci sei, non ci sei più e basta.
In dieci anni di lavoro insieme, credevo di aver trovato una famiglia. Dieci anni rappresentano una parte importante di vita.
Le scelte, soprattutto quelle professionali, da parte dell’azienda, sono scelte. Le puoi condividere o meno, ma le accetti e le rispetti.
Ma da parte dei colleghi mi sarei aspettata qualcosa di diverso. Magari nel fare qualche telefonata, ci sarebbe anche stato un imbarazzo, ma ripeto: dieci anni sono tanti, umanamente e professionalmente.
Si è chiuso un ciclo. Ho l’affetto delle persone che ancora adesso, nonostante sia un po’ che son lontana dalla televisione, mi rimpiangono in un certo senso.

Riguardi quelli che una volta sono stati i TUOI programmi?
Due programmi in particolare, dopo averli lasciati, non li ho più guardati: Uno Mattina Estate, che ho condotto nel 1997, e Easy Driver. Questi sono stati due percorsi che mi hanno molto segnato. Gli anni di Uno Mattina Estate erano ancora gli anni in cui i ruoli in una trasmissione erano ben distinti, ognuno aveva il suo spazio. C’era il conduttore e c’era il giornalista, per tutti gli approfondimenti.
Quando lasciai quel programma, feci una scelta coraggiosa: con un pizzico di sana presunzione, mi son detta: Ce la posso fare, posso buttarmi in questa nuova avventura.
Quella nuova opportunità me la stava dando TeleMontecarlo, con uno spazio quotidiano e settimanale.
Lasciai la Rai, mi sentivo pronta e matura.
Poi tornai, prima con Made in Italy e poi appunto con Easy Driver.

Io, da donna, l’ho apprezzato molto quel tuo Easy Driver. Era il binomio Donne&Motori senza stereotipi, finalmente.
Sai, l’azienda, dopo dieci anni, voleva dei volti nuovi.
Non sto assolutamente criticando, ripeto, le scelte legittime di un’azienda, né coloro che hanno preso il mio posto.
Sono una persona e una professionista e, come tale, ho comunque le mie idee, i miei pensieri.
Il binomio donne e motori è sempre stato oggetto di forti critiche, in particolar modo dal mondo femminile.
Easy Driver era rivolto ad un pubblico femminile che ha apprezzato, in tutto il percorso, il mio modo di essere in questo binomio non sempre facile.
Io non ero, in quel ruolo, una bamboccia: ero una donna ma ero soprattutto una professionista.
Il focus prima era che l’AUTO era la protagonista del programma: era un programma di motori.
Il conduttore, donna, non doveva essere in competizione con il suo pubblico femminile, doveva parlare al suo pubblico femminile, senza mai prevaricare il vero protagonista: l’auto.
E io credo di essere riuscita bene in questo che era il nostro obiettivo.
Per chi fa questo mestiere, una trasmissione è come un bambino: si soffre quando te lo strappano dalle mani.

Lavorativamente, una persona che porti nel cuore.
Non ce n’è una in particolare: porto nel cuore le mie colleghe annunciatrici con cui ho condiviso 18 bellissimi anni della mia vita.
E’ passato molto tempo, ero la più giovane del gruppo, muovevo i miei primi passi.
E nonostante siano trascorsi tanti anni, con alcune di loro ho ancora dei bellissimi contatti.

Il rapporto con la tua “popolarità” e con le “persone popolari”.
Io non ho amici “popolari”. Ho delle conoscenze, ma non delle autentiche amicizie.
Non avendo lavorato per tanto tempo in uno studio, ma sempre in giro per l’Italia, era difficile poter instaurare dei legami.
Con la mia popolarità ho un bel rapporto, un rapporto “familiare”. Le persone mi danno del TU, non del LEI.
E questo perché entravo ogni giorno nelle case, quindi sono diventata pian piano…una di famiglia!
Sono molto disponibile, non ho mai peccato di protagonismo, credo.
Anzi, quando qualcuno si relaziona con me, mi riconosce, mi ferma, mi fa piacere.
Mi rattrista invece vedere come alcuni siano stufi della popolarità, di essere riconosciuti, avvicinati.
E’ grazie anche al pubblico che siamo quel che siamo, anche fuori dalla televisione.
E’ vero, essere “popolare” può comportare anche l’essere sempre in ordine, ma questo non mi pesa affatto.
Sono tutte facce della stessa medaglia.

La donna e la televisione. Oggi.
Non mi piacciono insieme. Mi dispiace vedere alcuni ruoli femminili nella televisione di oggi.
Non sono una buonista, sono una persona obiettiva. Critico me stessa, a volte troppo forse, ma sono anche capace di criticare gli altri. E non ho paura a dire che un certo tipo di donna in tv oggi non mi piace.

Il tuo rapporto con le altre donne.
Nel lavoro, soprattutto, quando non ci si sceglie, quando si è “costretti” a lavorare insieme, educazione e rispetto non devono mai mancare.
Non ho molte amiche donne.
Io sono generosa nell’amicizia, ma spesso non ricevo a mia volta la generosità che do.
E’ molto difficile l’autenticità di un’amicizia, specialmente tra donne.
Le amicizie, quelle uniche, sono quelle che ti accompagnano in tutte le fasi della tua vita, quelle che partono dal liceo, dove si cresce insieme, si affrontano per la prima volta certe esperienze e lo si fa insieme.
Io alcune di queste amicizie le ho perse perché abbiamo preso strade diverse. Alcune magari si sono sposate presto, hanno avuto bambini, Io iniziavo a lavorare in questo mondo: le vite ci hanno inevitabilmente allontanato.

Che cosa ammiri nelle donne e che cosa negli uomini.
Negli uomini ammiro la loro complicità, la loro capacità di fare squadra.
Noi donne questa capacità non ce l’abbiamo. Siamo diversi. Siamo diversi nei pensieri, negli approcci. E’ scritto nel dna.
Nelle donne, ammiro la determinazione, dote molto rara. E quando c’è, significa che comunque prevale una parte maschile. Sono davvero poche le donne così, forti, determinate.
La tua ricetta del Buon Vivere.
Non riesco ad applicarla spesso, ma credo sia vedere il bicchiere mezzo pieno.
il buon vivere è vivere bene con se stessi.

Sei esattamente dove vorresti essere?
No.
Sono un po’ lontana dalla mia visione, da bambina, del Mulino Bianco!

Sei testimonial di una causa seria ed importante. Mi dici che cosa pensi delle “docce gelate”?
Io l’ho fatta la mia doccia gelata.
Ma ho fatto prima di ogni cosa, la donazione.
Era il gesto di donare il centro di tutto. La doccia è stato un fenomeno corale, di cui si è parlato molto. Ma era la facciata di un gesto profondo, l’aiuto alla ricerca.
Non ho gradito molto quanti abbiano mostrato copia dei loro versamenti: l’ho trovato di cattivo gusto.
Non importa quanto. Importa il gesto di donare.

Ho letto del tuo rapporto con la Fede, argomento sempre controverso. Ma io ti chiedo che rapporto hai con un altro argomento molto controverso, specialmente di questi tempi: la Politica.La politica mi fa molto discutere…ho un grande interlocutore con cui mi confronto spesso, mio padre.
Mi sarebbe piaciuto molto occuparmi di politica, ma forse era poco conciliabile col mio modo di essere.
E’ un mondo delicato quello della politica, in cui il potere, il ruolo che occupi, ti fanno sicuramente riflettere sulle decisioni da prendere.
Il mio rapporto con la politica comunque è cresciuto con l’età, con la consapevolezza. Vivo molto di più il mio paese, vedo i problemi sotto una luce diversa. Mi ci sono avvicinata molto.

Il tuo profumo, è sempre quello?
Si, da vent’anni!
Ho provato a tradirlo, ma siamo inseparabili, indivisibili, in ogni stagione, sempre!

Il mio blog l’ho chiamato Coffee Room in onore della mia grande passione, il caffè. E a te? Ti piace il caffè?
Si, da morire!
Al bar mi piace l’espresso amaro.
Ma devo dirti che in Grecia ho scoperto il loro caffè e me ne sono innamorata. Si deve depositare. Al fondo la miscela, a galla il profumo e l’aroma. Un’esperienza bellissima, da provare.

Ilaria, ci dobbiamo salutare. Io non sono una firma, non sono nemmeno una giornalista. Perché hai accettato questa intervista?Perché mi piace conoscere e farmi conoscere. Ogni interlocutore tira fuori una parte diversa di te.
Mi piace il confronto, mi piacciono le idee, le curiosità. Dico di no solo alla maleducazione.
Io ci sono sempre, sono molto rispettosa degli altri.

Ed infatti è per questo che ho voluto Ilaria nella mia Coffee Room.
Perché nel mondo e nel mondo della televisione, in particolare, ci sono poche DONNE così.
Professioniste, belle dentro e fuori.
Donne che ci sono anche se non ci sono.
Grazie Ilaria, come professionista per tutto quello che ci hai regalato, con garbo, educazione, col sorriso luminoso.
E grazie come donna, per questa chiacchierata che è volata per la sua piacevolezza.

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