Oggi il caffè lo beviamo con Ilaria Moscato!
Ilaria Moscato, storico volto nella nostra televisione.
Fin da piccola con il sogno del teatro.
Conduttrice ed Annunciatrice, per dieci anni al timone di Easy Driver.
Una donna timida ma forte, una professionista che è entrata nelle nostre case in punta di piedi, con leggerezza e cordialità: e non se ne è più andata.
Un volto rassicurante, una bella donna nel senso più pieno del termine.
Testimonial dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla.
Innamorata della sua Roma come del suo profumo: ha provato a tradirli tante volte…ma è sempre tornata da loro!
Benvenuta Ilaria!
Inizio, volutamente, con una domanda un po’ pungente, che non ha l’obiettivo di pungere: è solo una dimostrazione di stima.
Da qualche tempo non ti vediamo più alla conduzione di quello che per dieci anni è stato parte integrante della tua vita, ovvero Easy Driver. Questo allontanamento è stato volontario?
E’ la prima volta che ne parlo, ed è un tema molto doloroso.
Non è stato, purtroppo, un allontanamento volontario. E’ stato sorprendente, ma non per il fatto che non sarebbe potuto mai accadere. E’ stato sorprendente sotto il profilo umano.
L’allontanamento da Easy è stato un ferimento, soprattutto per quanto riguarda le persone con cui lavoravo, che io ritenevo amici, prima che colleghi.
In televisione, ho amaramente scoperto che se ci sei, se esisti in quel mondo e in quel contesto, sei e puoi essere amica di tutti.
Se non ci sei, non ci sei più e basta.
In dieci anni di lavoro insieme, credevo di aver trovato una famiglia. Dieci anni rappresentano una parte importante di vita.
Le scelte, soprattutto quelle professionali, da parte dell’azienda, sono scelte. Le puoi condividere o meno, ma le accetti e le rispetti.
Ma da parte dei colleghi mi sarei aspettata qualcosa di diverso. Magari nel fare qualche telefonata, ci sarebbe anche stato un imbarazzo, ma ripeto: dieci anni sono tanti, umanamente e professionalmente.
Si è chiuso un ciclo. Ho l’affetto delle persone che ancora adesso, nonostante sia un po’ che son lontana dalla televisione, mi rimpiangono in un certo senso.
Riguardi quelli che una volta sono stati i TUOI programmi?
Due programmi in particolare, dopo averli lasciati, non li ho più guardati: Uno Mattina Estate, che ho condotto nel 1997, e Easy Driver. Questi sono stati due percorsi che mi hanno molto segnato. Gli anni di Uno Mattina Estate erano ancora gli anni in cui i ruoli in una trasmissione erano ben distinti, ognuno aveva il suo spazio. C’era il conduttore e c’era il giornalista, per tutti gli approfondimenti.
Quando lasciai quel programma, feci una scelta coraggiosa: con un pizzico di sana presunzione, mi son detta: Ce la posso fare, posso buttarmi in questa nuova avventura.
Quella nuova opportunità me la stava dando TeleMontecarlo, con uno spazio quotidiano e settimanale.
Lasciai la Rai, mi sentivo pronta e matura.
Poi tornai, prima con Made in Italy e poi appunto con Easy Driver.
Io, da donna, l’ho apprezzato molto quel tuo Easy Driver. Era il binomio Donne&Motori senza stereotipi, finalmente.
Sai, l’azienda, dopo dieci anni, voleva dei volti nuovi.
Non sto assolutamente criticando, ripeto, le scelte legittime di un’azienda, né coloro che hanno preso il mio posto.
Sono una persona e una professionista e, come tale, ho comunque le mie idee, i miei pensieri.
Il binomio donne e motori è sempre stato oggetto di forti critiche, in particolar modo dal mondo femminile.
Easy Driver era rivolto ad un pubblico femminile che ha apprezzato, in tutto il percorso, il mio modo di essere in questo binomio non sempre facile.
Io non ero, in quel ruolo, una bamboccia: ero una donna ma ero soprattutto una professionista.
Il focus prima era che l’AUTO era la protagonista del programma: era un programma di motori.
Il conduttore, donna, non doveva essere in competizione con il suo pubblico femminile, doveva parlare al suo pubblico femminile, senza mai prevaricare il vero protagonista: l’auto.
E io credo di essere riuscita bene in questo che era il nostro obiettivo.
Per chi fa questo mestiere, una trasmissione è come un bambino: si soffre quando te lo strappano dalle mani.
Lavorativamente, una persona che porti nel cuore.
Non ce n’è una in particolare: porto nel cuore le mie colleghe annunciatrici con cui ho condiviso 18 bellissimi anni della mia vita.
E’ passato molto tempo, ero la più giovane del gruppo, muovevo i miei primi passi.
E nonostante siano trascorsi tanti anni, con alcune di loro ho ancora dei bellissimi contatti.
Il rapporto con la tua “popolarità” e con le “persone popolari”.
Io non ho amici “popolari”. Ho delle conoscenze, ma non delle autentiche amicizie.
Non avendo lavorato per tanto tempo in uno studio, ma sempre in giro per l’Italia, era difficile poter instaurare dei legami.
Con la mia popolarità ho un bel rapporto, un rapporto “familiare”. Le persone mi danno del TU, non del LEI.
E questo perché entravo ogni giorno nelle case, quindi sono diventata pian piano…una di famiglia!
Sono molto disponibile, non ho mai peccato di protagonismo, credo.
Anzi, quando qualcuno si relaziona con me, mi riconosce, mi ferma, mi fa piacere.
Mi rattrista invece vedere come alcuni siano stufi della popolarità, di essere riconosciuti, avvicinati.
E’ grazie anche al pubblico che siamo quel che siamo, anche fuori dalla televisione.
E’ vero, essere “popolare” può comportare anche l’essere sempre in ordine, ma questo non mi pesa affatto.
Sono tutte facce della stessa medaglia.
La donna e la televisione. Oggi.
Non mi piacciono insieme. Mi dispiace vedere alcuni ruoli femminili nella televisione di oggi.
Non sono una buonista, sono una persona obiettiva. Critico me stessa, a volte troppo forse, ma sono anche capace di criticare gli altri. E non ho paura a dire che un certo tipo di donna in tv oggi non mi piace.
Il tuo rapporto con le altre donne.
Nel lavoro, soprattutto, quando non ci si sceglie, quando si è “costretti” a lavorare insieme, educazione e rispetto non devono mai mancare.
Non ho molte amiche donne.
Io sono generosa nell’amicizia, ma spesso non ricevo a mia volta la generosità che do.
E’ molto difficile l’autenticità di un’amicizia, specialmente tra donne.
Le amicizie, quelle uniche, sono quelle che ti accompagnano in tutte le fasi della tua vita, quelle che partono dal liceo, dove si cresce insieme, si affrontano per la prima volta certe esperienze e lo si fa insieme.
Io alcune di queste amicizie le ho perse perché abbiamo preso strade diverse. Alcune magari si sono sposate presto, hanno avuto bambini, Io iniziavo a lavorare in questo mondo: le vite ci hanno inevitabilmente allontanato.
Che cosa ammiri nelle donne e che cosa negli uomini.
Negli uomini ammiro la loro complicità, la loro capacità di fare squadra.
Noi donne questa capacità non ce l’abbiamo. Siamo diversi. Siamo diversi nei pensieri, negli approcci. E’ scritto nel dna.
Nelle donne, ammiro la determinazione, dote molto rara. E quando c’è, significa che comunque prevale una parte maschile. Sono davvero poche le donne così, forti, determinate.
La tua ricetta del Buon Vivere.
Non riesco ad applicarla spesso, ma credo sia vedere il bicchiere mezzo pieno.
il buon vivere è vivere bene con se stessi.
Sei esattamente dove vorresti essere?
No.
Sono un po’ lontana dalla mia visione, da bambina, del Mulino Bianco!
Sei testimonial di una causa seria ed importante. Mi dici che cosa pensi delle “docce gelate”?
Io l’ho fatta la mia doccia gelata.
Ma ho fatto prima di ogni cosa, la donazione.
Era il gesto di donare il centro di tutto. La doccia è stato un fenomeno corale, di cui si è parlato molto. Ma era la facciata di un gesto profondo, l’aiuto alla ricerca.
Non ho gradito molto quanti abbiano mostrato copia dei loro versamenti: l’ho trovato di cattivo gusto.
Non importa quanto. Importa il gesto di donare.
Ho letto del tuo rapporto con la Fede, argomento sempre controverso. Ma io ti chiedo che rapporto hai con un altro argomento molto controverso, specialmente di questi tempi: la Politica.La politica mi fa molto discutere…ho un grande interlocutore con cui mi confronto spesso, mio padre.
Mi sarebbe piaciuto molto occuparmi di politica, ma forse era poco conciliabile col mio modo di essere.
E’ un mondo delicato quello della politica, in cui il potere, il ruolo che occupi, ti fanno sicuramente riflettere sulle decisioni da prendere.
Il mio rapporto con la politica comunque è cresciuto con l’età, con la consapevolezza. Vivo molto di più il mio paese, vedo i problemi sotto una luce diversa. Mi ci sono avvicinata molto.
Il tuo profumo, è sempre quello?
Si, da vent’anni!
Ho provato a tradirlo, ma siamo inseparabili, indivisibili, in ogni stagione, sempre!
Il mio blog l’ho chiamato Coffee Room in onore della mia grande passione, il caffè. E a te? Ti piace il caffè?
Si, da morire!
Al bar mi piace l’espresso amaro.
Ma devo dirti che in Grecia ho scoperto il loro caffè e me ne sono innamorata. Si deve depositare. Al fondo la miscela, a galla il profumo e l’aroma. Un’esperienza bellissima, da provare.
Ilaria, ci dobbiamo salutare. Io non sono una firma, non sono nemmeno una giornalista. Perché hai accettato questa intervista?Perché mi piace conoscere e farmi conoscere. Ogni interlocutore tira fuori una parte diversa di te.
Mi piace il confronto, mi piacciono le idee, le curiosità. Dico di no solo alla maleducazione.
Io ci sono sempre, sono molto rispettosa degli altri.
Ed infatti è per questo che ho voluto Ilaria nella mia Coffee Room.
Perché nel mondo e nel mondo della televisione, in particolare, ci sono poche DONNE così.
Professioniste, belle dentro e fuori.
Donne che ci sono anche se non ci sono.
Grazie Ilaria, come professionista per tutto quello che ci hai regalato, con garbo, educazione, col sorriso luminoso.
E grazie come donna, per questa chiacchierata che è volata per la sua piacevolezza.