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~ La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce, devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente.

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Archivi tag: vita

Dammi il margine.

26 lunedì Ago 2019

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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Tag

Numeri, Pugile, ring, vita

“La cosa più difficile è preparare un pugile per il match. Si arriva all’80-85 percento, ma mai al 100 percento. Perché se un pugile va sul ring preparato al 100 percento e perde, non ha più scuse”.

Cus D’Amato.

È assurdo e utopico pensare che tutto, in un match, sia una nostra intuizione, il nostro gancio perfetto.

A bordo campo ci han preparato allenatori, madri, riformatori, collegi, politica, religione. Ci hanno imposto posture, silenzi, flessioni di braccia e di capo, verdure, abbandoni, materie, poltrone, ginocchia.

Siamo fottutamente il prodotto di scelte non nostre, ma di allenamenti estenuanti, di prose, di date, di battaglie, di spazzolini da denti e preghiere, di domeniche in chiesa e di sabati al supermercato.

Siamo burattini di libri, tv, canzoni maledette e serenate notturne.

Siamo peccatori nel proibito che si vanno a confessare in parrocchie sconsacrate. Siamo ruoli, etichette o bastardi.

Non possiamo essere nulla più di quel 15 percento.

Quel numero magico ripetuto su una mano è l’unica nostra firma, la nostra scusa.

 

 

 

 

 

 

 

I manuali delle lavatrici

02 venerdì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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Tag

capelli, donne, LAVATRICE, manuale, phon, regole, uomini, vita

Donna Abelarda è tornata come i pantaloni a zampa, i capelli cotonati e le spalline.
Insomma, back to the 80s 🙂
Siamo a febbraio, quindi I buoni propositi li abbiamo accartocciati ben bene come le bottigliette d’acqua nelle auto delle donne…riaffioreranno tra due anni, fatti a pezzi da un profumo buono. 🙂

E torniamo con un quesito Copernicano: che fine fanno I manuali delle lavatrice, del forno, della stirella, del cellulare?

Eh si ecco, bravi, bravi…vanno a finire probabilmente insieme a Quelli che spariscono, in una sorta di interspazio pieno di parolacce, tacchi, tette rifatte e vasi cinesi sfrantumati.
Si, proprio quell paese lì…

Diciamolo: quando acquistiamo qualcosa di nuovo con cui magari abbiamo poca dimistichezza, ci ripromettiamo di seguire le istruzioni e riponiamo il manualetto in un posto sicuro, un cassette o l’armadietto dell’ingresso, insieme al telefono a disco, a quello a forma di panino, le cinquecento lire del carrello e I guanti della frutta.

Quindi di fatto facciamo un altro buon proposito che andrà a fare compagnia a quelli della dieta, dello sport e del lavaggio dei calzini senza spaiarli.

Torniamo a bomba al manuale: cosa nuova = manualetto per imparare ad usarla

Il manuale, nonostante sia l’oggetto più disperso dopo treni, qualche ombrello e pure il giornale, ha le carte in regola per seguire il corretto funzionamento delle cose.
Ti dice come fare per il primo utilizzo, come fare ad averne cura, come evitare di romperlo.
Insomma…solo un cretino non lo seguirebbe alla lettera.

Ed invece cosa facciamo noi?
Andiamo a braccio, proviamo, tocchiamo, schiacciamo bottoni a caso…prima o poi funzionerà.
Ci facciamo guidare dall’esperienza, dalla scoperta, dalla curiosità.

Sapere che cosa credo?
Che in realtà questi fantomatici manuali abbiano in realtà delle scritte in cirillico dentro, a parte pagina 1 in cui è presente l’illustrazione: PREMERE ON PER ACCENDERE.

Loro lo sanno che non si può seguire un protocollo, se non per sparare nello spazio #astrosamantha.
Loro lo sanno che l’uomo è progettato per scoprire, esplorare, sbagliare, correggere, per usare i sensi, tutti.
Lo sanno che un uomo non può farsi dire da un Times New Roman 12 come accendere o spegnere qualcosa.
E quindi progettano manuali di istruzione finti, per farci sentite liberi e vivi nel momento in cui li lasciamo girare 12 anni nel cestello della lavatrice o marcire altri 12 nello svuota-tasche dell’ingresso.

Così è la vita, ragazzi.
Non c’è un prontuario, un bignami della vita.
Non fare il bagno subito dopo aver mangiato
Non tagliarti I capelli da sola
Non usare il phon con i piedi bagnati
Non mettere il viola a teatro
Non parlare con la bocca piena
Non uscire di casa senza aver fatto pipì anche se non devi farla

Ecco le uniche regole di vita a cui obbediamo per istinto.

Tutto il resto è improvvisazione, amici.
La vita va in scena così, a braccio, a pancia, a pelle, a bottoni da abbottonare e sbottonare, a mani da bruciare, a ferite da leccare.

#SenzaTitolo

11 giovedì Feb 2016

Posted by Donna Abelarda in Human Feelings

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Tag

amare, amore, coraggio, passione, paura, vita, vivere

E prendetevela un pò di #poesia ogni tanto.

Può nascere dovunque
anche dove non ti aspetti
dove non l’avresti detto
dove non lo cercheresti
può crescere dal nulla
e sbocciare in un secondo
può bastare un solo sguardo
per capirti fino in fondo
può invadere i pensieri
andare dritto al cuore
sederti sulle scale
lasciarti senza parole
ha mille steli
è un solo fiore
Può crescere da solo
esaurire come niente
perché nulla lo trattiene
o lo lega a te per sempre
può crescere su terre
dove non arriva il sole
apre il pugno di una mano
cambia il senso alle parole
non ha un senso
non ha un nome
bagna gli occhi
scalda il cuore
batte i denti
non ha ragione
E’ grande da sembrarti indefinito
può lasciarti senza fiato
il suo abbraccio ti allontanerà per sempre dal passato
Non ha un senso
non ha un nome
non ha torto
non ha ragione
Può renderti migliore
e cambiarti lentamente
ti dà tutto ciò che vuole
e in cambio ti chiede niente
può nascere da un gesto
da un accenno di un sorriso
da un saluto, da uno sbaglio
da un saluto condiviso.

 

Tutto ciò che vuoi è dall’altra parte della paura.

05 martedì Ago 2014

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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Tag

amare, amore, coraggio, passione, paura, vita, vivere

Tutto ciò che vuoi è dall’altra parte della paura, diceva Jack Canfield.

Ed aveva ragione.
La vita, che è amore, passione, gioia, ma anche rabbia, odio, tristezza, è tutta oltre quel muro immobile che è la paura.
La paura governa il genere umano. Il suo è il più vasto dei domini. Ti fa sbiancare come una candela. Ti spacca gli occhi in due. Non c’è nulla nel creato più abbondante della paura. Come forza modellatrice è seconda solo alla natura stessa.

Il coraggio è il suo antagonista, il suo antidoto. Non è coraggioso chi non ha paura: chi non prova un sentimento, non può sconfiggerlo. Il coraggioso è chi quella paura la guarda in faccia e non la aggira: la vince, la supera. E continua a camminare. Anzi, ricomincia a camminare.

La paura è dentro un treno che sta passando, dentro un caffè caldo appena versato in tazza, dentro il profumo del mare, dentro il vento leggero, dentro la brezza marina, dentro la pioggia, il fulmine, il tuono, il vuoto.

Lei si nasconde lì. Ti mette davanti agli occhi un po’ di fumo, di nebbia…ti paralizza, perché vuole tutto per sé. Si nutre delle nostre passioni.

Noi possiamo essere tutto ciò che la paura vuol coprire, possiamo essere quello che le va addosso, che la attraversa. Non facciamo raffreddare un buon caffè. Respiriamolo il profumo del mare. Tuffiamoci. Accarezziamolo il vento. Prendiamolo quel treno che ci porteremo non si sa dove. Ascoltiamola la pioggia sui vetri. Immortaliamolo lo squarcio nel cielo. Abbracciamolo il piumone. Costruiamoci le ali per saltare.

La paura non è prudenza, timidezza. La paura è il non vivere.

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