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~ La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce, devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente.

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Io, lui. E Irene. “Those damn eyes”

06 venerdì Lug 2018

Posted by Donna Abelarda in Io, lui. E Irene.

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amore, sesso

Capitolo 23.

Mi infilai in doccia per tentare di lavarmi anche i pensieri.
Certe cose, anche dopo millemila Km, non sono facili da dimenticare 🙂
Le sensazioni, gli odori e I sapori sono incancellabili.
Quell’attimo prima del nostro bacio, si è fermato il tempo. O l’hai fermato tu.
Ballavamo lenti, vicini.
Ma erano ancor più vicini I pensieri e le intenzioni.
Mi hai sfiorato gli orecchini, quasi a volerli vedere meglio.
Quel mio scatto ti fece capire quanto io fossi dipendente da te.

L’attimo prima di un bacio ha dentro un uragano.
Perchè I pensieri iniziano ad avvicinarsi, a smescherarsi.

Quelle che erano fantasie credute irrealizzabili diventano possibili.
Restammo a cinque centimetri per un’ infinità.

In quei respiri mischiati ci dicemmo tutto quello che era nato tra di noi in questi mesi.
E forse tutto quello che avremmo voluto far nascere.
Io riuscii a farti respirare che cosa succede ai miei battiti ogni volta che ti vedo.
Ed io nel tuo sguardo basso respirai la tua timidezza e la tua passione.

Il primo bacio rompe per sempre gli argini, i confini.
Quegli sguardi “non detti” non torneranno più.
Saranno ormai sguardi di “ti ricordi quando…”
Nulla potrà mai più essere come prima.

Quella pioggia ha provato ad interporsi tra di noi.
Ed io volevo soltando concentrarmi a capire che buono fosse il sapore di noi due.
E’ inutile appoggiare strette le mani sugli occhi.
Certe sensazioni sono dentro, conficcate.

Mi piace come mi hai accarezzato I capelli, quando me li hai sciolti.
E mi piace quando, in quei corpi avvinghiati, mi hai spostato quell ciuffo dalla fronte, per guardarmi meglio.
Perchè volevi uccidermi, tutta.
Mi piace quando sorridevi, ogni volta.
Mi piace tutto quello che mi hai detto, in tutte quelle ore di silenzio.

La passione tra di noi è stata dentro ogni parola, ogni gesto, di questi mesi.
Quello che può esplodere in due corpi che si mescolano ha un sapore diverso quando questi sono legati da affinità, alchimia.

Non riesco a pensare a tutte le volte in cui quella note ci appoggiammo la fronte l’un l’altro per catturare il momento.

Non avrebbe mai avuto questo sapore, se io non fosi stata inamorata di te.
Lo so.
La passione, da sola, è insapore.
E’ solo calda, ma è sabbia asciutta.
Non può fare da collante.

Noi ci siamo incatenati ad ogni sguardo.
Il sesso è per tutti.
Il sesso possono farlo tutti.
E’ un incontro fra due corpi, un incontro “a prendere”.
Somiglia ad un tecnicismo.
E’ come aprire la porta di casa, chiudere il frigo, salire in macchina, fare le scale.
Non c’è testa, non c’è nulla.
Si può fare bene, certo!
Con accuratezza ed esperienza.
E’ un’azione, fare sesso è un’azione, piacevole appagante, liberatoria.

Noi non abbiamo fatto del sesso, quella note.
We made love.
Non è stato un amore “a prendere”, ma un amore “a dare”.
Lo so perchè quello che è rimasto ha riempito vuoti, colmato fame, sete, sonno.

Io, dopo aver fatto l’amore con te, lo accetto.
Accetto di essere qui, a rassegnarmi.
Accetto il mio amore per te, tutto.
Accetto di essere inamorata di te, più di ieri, più di un mese fa.
Accetto di amare tutto di te.
Perchè prima di fare l’amore con te, non avrei potuto amarti così.
E ho provato a scappare da te, da me e da questo amore.
E sai che cosa ti vorrei dire?
Che dall’amore non si scappa.
Non si può.
Mi piace il modo in cui riesco ad amarti.

Io sono inamorata di te.
E questo mi basta.

Occhi, quei maledetti occhi mi fottevano sempre.
Ci facevo l’amore solo a guardarli.

(Charles Bukowski)

 

100 colpi di fulmine prima di andare a dormire

05 sabato Ago 2017

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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100 colpi di spazzola, amore, colpo di calore, colpo di fulmine, desiderio, freud, innamoramento, sesso

Secondo Freud, incontriamo solo ciò che nel nostro inconscio esiste già:
“Trovare l’oggetto del desiderio, in realtà, è solo ritrovarlo”.

Siamo continuamente esposti, al lavoro, al supermercato, per strada, a continui stimoli, a continui incontri…casuali.
In questo flusso infinito di storie e di vite, quasi tutti (a meno che non ci si imbatta  in una squadra di rugbisti a bordo piscina, ovviamente) passano inosservati alla nostra attenzione.
Diventano una massa indistinta di persone, di individui.
Ma una volta su tantissime (espressione coniata per l’occasione), ci imbattiamo in un “qualcosa che ci attira, senza capirne apparentemente il motivo.
L’altro ci sembra così “familiare”, è come se ci si conoscesse da sempre e la scelta non è mai casuale: siamo attratti da quei modi di fare e di essere dell’altro che ci riconducono forse a noi stessi o all’esatto contrario di noi.
La cosa interessante è che desideriamo qualcuno che rassomigli a ciò che vorremmo essere, come se fosse un riflesso di un’immagine positiva di noi stessi. Una
idealizzazione, (a volte una “sopravvalutazione”) del partner, una sorta di eccitazione irrefrenabile che scioglie l’ansia. Si crea così una fusione con l’altro e il confine tra l’Io e il Tu tende ad annullarsi: si diventa così “una cosa sola”.

Ma che cos’è, esattamente, che fa sì che ci piaccia un certo uomo o una certa donna?

È stato studiato  che gli animali sono in grado di secernere alcune molecole di una sostanza, i feromoni, capace di indurre specifici comportamenti in soggetti della propria o di altre specie.

Alcuni studiosi affermano che i feromoni umani, secreti da ghiandole in diverse aree del corpo, come ascelle e inguine, siano in grado di attrarre due persone in modo inconsapevole realizzando ciò che è l’attrazione sessuale che solitamente comprende anche un coinvolgimento psicologico irresistibile.

Quella dei feromoni potrebbe essere quindi una spiegazione al famigerato colpo di fulmine: una particolare sensibilità ai feromoni di una specifica persona.

Gli studi vanno ancora avanti, ma c’è chi pensa che alcuni aspetti della psiche umana non dovrebbero essere violati: in effetti sapere che l’attrazione tra due persone deriva da piccole particelle secrete dalle ascelle di entrambi è forse troppo poco poetico, accattivante, sensuale…. 🙂

In ogni caso, quando qualcuno ha quel fascino irresistibile che ci porterebbe a fare qualsiasi cosa pur di soddisfare il desiderio di vicinanza, fortunatamente non si pensa mai ai feromoni e i rapporti nascono e si evolvono giorno dopo giorno senza che gli interessati si curino affatto della chimica che c’è sotto.

In questa epocale e torrida estate italiana, ci sono più o meno le stesse temperature del forno di Nonna Papera e quindi il nostro corpo sta trasmettendo, anche attraverso le ghiandole, dei segnali di sofferenza…che su alcuni è proprio tanta…. 🙂 🙂
Ma fate bene attenzione a non scambiare un colpo di fulmine con un banale colpo di calore…
Per quello non basta bere molto e non uscire nelle ore più calde…
Non si può scappare dai luoghi e dl fuoco della mente… 🙂

 

“In tutte le cose il piacere più grande è quello di pregustarle”

04 venerdì Ago 2017

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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amore, ciaggio, felicità, mani, meta, passione, piacere, ricerca, sesso

Inciampo nella curiosità della Felicità.
Sul dizionario ci viene proposta come La compiuta esperienza di ogni appagamento;  Avvenimento o stato conforme ai desideri. Lo stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri.

Dissento. Dissento quasi sempre dalle definizioni che ingabbiano sentimenti o parole così infinite, come la Felicità.
Non associo mai la Felicità al raggiungimento, alla soddisfazione, all’appagamento. Nel mio metro e cinquanta concepisco la Felicità come l’opposto.
Sono Felice quando sono in cerca di qualcosa, quando ho la forza di pretendere di più. Non Riesco a concepire la Felicità come un traguardo, come il riposo del DOPO, ma come la fatica del DURANTE.
Posso ritrovarmi invece nell’etimologia che fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità.

La Felicità la vivo come famelica voglia di fare. Nei miei anni agonisti, le mie più grandi Felicità le ho attraversate DOPO una vittoria e un traguardo. La Felicità era avere ancora la fame di andare a procacciare qualcosa di irraggiungibile. L’allenamento, il sacrificio. Il sentirsi stanchi e vivi.

La Felicità non è un punto. E’ una retta infinita.
Da piccola credevo che Il Giorno Di Natale fosse per me la Felicità. Nei miei anni cervellotici ho capito che la Felicità è aspettarlo, pensarlo.
La Felicità è quindi, se vogliamo, la definizione e l’individuazione di un Piacere, non tanto il suo raggiungimento.

Un certo Lessing disse che L’attesa del piacere è essa stessa il piacere.
Pensateci bene.
Pensate a cosa o a chi vi dà piacere.
Chiudete gli occhi.
Sentite le farfalle dello stomaco? Si, quelle.
Quella torta piena di sensi di colpa.
Quella donna piena di Non Posso.
Avete indivuduato il vostro piacere.
E non sarebbe così difficile raggiungerlo.
Avete abbastanza soldi e fascino per andarveli a prendere.
Entrambi.
Avete tutto, ma non fate passi troppo lunghi per afferrarle, in fondo.
Rallentate sempre quando vi ci avvicinate abbastanza.

E sapete perché? Perché la vostra mente sta creando il Piacere, ve lo sta evocando, nel viaggio che state facendo per raggiungerlo.
Le notti insonni. Il fiato corto. La dieta. Le privazioni. Le telefonate non fatte.

Toccare la meta significa mettere fine al viaggio per raggiungerla.

Non ponete quindi la Felicità come uno stato, come un OBIETTIVO, ma come il PERCORSO per raggiungerlo.

“In tutte le cose il piacere più grande è quello di pregustarle“

Uomini che vogliono le Donne.

04 venerdì Ago 2017

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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amore, che cosa vogliono gli uomini, donne, empatia, femminilità, sensualità, sesso, uomini

d.repubblica.it ha fatto il “lavoro sporco per noi. E noi, ringraziandoli, ne cogliamo i frutti 🙂

Ma gli uomini, che cosa vogliono dalle donne?
Tanto lo so, Donne, che siete lì con la verità in tasca ad immaginarvi curve mozzafiato ed espressioni stupite, inebetite.
E vi sbagliate. Perché il primo errore, in ogni buona partita che si rispetti (e la Conquista è una delle finali mondiali più ambite in assoluto), è quello di sottovalutare il “nemico”, di fare assunzioni partendo dal NOSTRO punto di vista. Mettetevi comode, toglietevi i tacchi e il mascara. Infilatevi una tuta, o una sottoveste, o la sua camicia. E buona lettura. 😉

Le caratteristiche più comuni riscontrate nel sondaggio tra uomini dai 20 ai 60 anni, sono abbastanza comuni (e questo ci dà un po’ di solievo 😉 )
Gli uomini adorano la bellezza e la femminilità, la dolcezza e la semplicità, la simpatia e la socievolezza. L’intelligenza e il bagaglio culturale sono qualità molto apprezzate dagli over 50, quando la piena e consolidata espressione di sé necessita maggiormente di affinità intellettuali. Un altro coro unanime a cui dedico proprio un capoverso J: “Voglio che lei mi faccia ridere”.
Ma…ridere DI lei o ridere CON lei? 🙂

Lasciamo la parola a loro, in purezza, senza filtri o interpretazioni del testo.
Che cosa vogliono gli uomini, dalle donne?

“Non sopporto la puntigliosità che tirano fuori quando discutono. Quando fanno le mamme e vogliono occuparsi del loro uomo come se fosse una loro appendice. Non sopporto il fatto che non apprezzino il silenzio tanto quanto noi uomini. Mi piace la loro intelligenza e il fatto che siano infaticabili, precise e più affidabili di noi. Mi piacciono impiegate soprattutto nei settori tipicamente maschili e in posizione di vertice, dove danno il meglio quando tirano fuori l’empatia.”

“Del genere femminile apprezzo la dolcezza, la tenerezza, l’affettuosità, la femminilità e il senso profondo della maternità. Quello che non apprezzo è l’aggressività”.

“Mi conquistano le donne buffe, autoironiche. Quelle che sono imbranate, smemorate e non si fanno problemi ad ammetterlo. Mi sciolgo… le trovo terribilmente sexy. Quello che non sopporto? L’egoismo, il pensiero unilaterale, il ricevere senza dare”.

“Il difetto che non tollero è la gelosia, che manifesta una scarsa fiducia in me, limita i miei spazi e le mie passioni. Quello che rende una donna irresistibile è lo charme dato da un mix di sicurezza, cultura, socialità e dal saper sorridere su tante cose”.

“Non sopporto il continuo lamentarsi e l’eccessiva possessività. Amo invece la maggiore risolutezza nel gestire la famiglia, badando più al sodo e non ai fronzoli. E poi la capacità di ottenere quello che vogliono, senza dover per forza chiedere”.

“La qualità che mi conquista è la creatività mista all’entusiasmo, un’innata capacità di rendere ogni giorno un’esperienza diversa”.

“Ma perché le donne vogliono sempre l’ultima parola in ogni discussione? La qualità che apprezzo invece in assoluto è la sensualità legata alla femminilità, in parole povere l’essere molto ‘donna’ tutti i giorni”

“Tra i difetti, quelli che mi urtano di più sono l’incoerenza e il cambiare idea in continuazione in preda agli sbalzi di umore. Il pregio che mi conquista è invece l’empatia, la capacità che una donna ha di comprenderti in profondità con la sua sensibilità”. L’Empatia, il saper ridere delle cose, della vita. La femminilità, la sensualità. La lamentosità, la puntigliosità, la gelosia.

Donne, uomini che vi siete immersi in questa lettura: che ne pensate? Io vi lascio con due pensieri profondi (quindi non miei) in cui mi piace ritrovarmi.

“In ultima istanza la bellezza altro non è che un atteggiamento”.

“Per me la bellezza è una persona che dopo un’ora che ci parli è molto più bella di un’ora prima”.

Non ho sonno.

02 mercoledì Ago 2017

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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amore, d'annunzio, kundera, qui e ora, sesso

Quando non ho sonno, “Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non scambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei.”
Gabriele D’Annunzio viene a scoprirmi dalle certezze di un lenzuolo bianco. E si avvicina con la prepotenza leggera di cui solo lui è capace.
E mi ricorda che, quando un uomo ci legge lo sguardo, ci ha spogliate molto prima di averci. E siamo più nude in uno sguardo che in una qualsiasi situazione fisicamente compromettente. E non ci sono mascara o abili iniezioni di acido ialuronico che possano sopraffare la pienezza, o il vuoto, di uno sguardo. Soprattutto di quello di una Donna. Soprattutto quando è con le spalle al muro.

Quando non ho sonno provo a ricordarmi che “Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l’amore) dall’altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.”
Milan Kundera, alle tre di notte, quando anche l’ultima luce della città va a dormire, mi prende a schiaffi perché non possiamo pretendere ciò che non siamo disposti, o capaci, a dare. L’amore non bisogna implorarlo o esigerlo. All’amore ti ci devi avvicinare tu, perché è movimento, azione, sempre avanti. E l’amore non è una persona. E’ un pezzo di cuore schiaffato nella pancia. L’amore sei tu che ti realizzi, sei tu che sfoci in qualcosa o qualcuno.

Quando non ho sonno e ho consumato fazzoletti e calcolatrici nei miei conti che non tornano col passato, ci pensa Abraham Maslow a sussurrarmi che “Io posso sentirmi colpevole per il passato, apprensivo riguardo al futuro, ma posso agire solo nel presente. L’abilità di essere nel momento presente è una componente fondamentale del benessere mentale.”
Siamo QUI E ORA.
E non siamo mai gli stessi, un secondo dopo l’altro.
Non siamo mai gli stessi perché non esistiamo se non nelle situazioni che stiamo vivendo.

Quante cose che impari, quando non hai sonno.

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