Questa sera Alex non lavora.
Mi sento quasi sollevata.
Che sia la volta buona in cui riesco a dare un inizio alla dieta e al mio libro… 🙂
Eric è stato letteralmente divorato con gli occhi da una signora che credo lo voglia reclutare come valletto di compagnia…
Da quando sono capitata qui ho cambiato I miei numeri.
Ho traslocato di amici e abitudini.
C’è un terzo tempo della squadra di rugby ed io e Irene siamo sedute ad uno sgabello di distanza.
Riesco a parlare con vari elettrodomestici di casa, con i frigoriferi del supermarket…credo non sarà un problema imbattermi in Irene.
E’ lei, invece, che si imbatte in me.
“Ormai è un pò che ti vedo qui. Dopo gli sgabelli, mi sa che io e te siamo la seconda certezza di questo posto!
Mi chiamo Irene, molto piacere!”
Eccola, finalmente.
Voce sinuosa, come il suo corpo.
Un sorriso appena accennato e occhi bellissimi.
Ha forme nascoste dietro gli occhiali, un orecchino a chiave di violino e un Infinito tra l’orecchio e il collo, che si intravede appena.
Mi ha sorpreso il fatto che sia stata lei ad avvicinarsi a me.
Non era schiva. Nè distratta.
Forse stava solo aspettando il momento più opportuno.
C’è un tempo per tutto. C’è il momento giusto per ogni cosa.
Anche per entrare nella vita di un altro al bancone di un Bar dalle atmosphere anni Trenta.
Io sono Abbey.
Vengo qui quasi ogni sera perchè sto cercando l’ispirazione.
Sto cercando l’onda perfetta…Vorrei scrivere una Storia.
Ma credo di essere ancora a riva, in una giornata di calma piatta.
E quindi affogo in questo Gin tutte le mie scuse.
“Ah, sei una scrittrice quindi!”
No. Non proprio.
Scrivere è la mia passione, ma non è il mio lavoro.
Io ho una caffetteria. Il caffè è una passione anche quella. E lì posso dire di avercela fatta. Ho aperto una Coffee Room e, da poco, ci stiamo cimentando, stiamo sperimentando alcuni dolci particolari.
Non volevo che il mio fosse un posto banale.
E’ molto particolare, quindi quasi ti obbliga a scegliere: O sei dentro, o sei fuori.
E’ un ring, ma più elegante. 🙂
“Beh, il naturale accompagnatore di una buona tazza di caffè è il dolce. E’ carina questa cosa della sperimentazione”.
Piace molto anche a me.
Ci ho messo tanto, anche qui, a trovare l’idea. Cercavo qualcosa di particolare, di intenso, che fosse capace di prolungare il piacere dell’ultimo morso il più a lungo possibile.
In questo, ci siamo un pò adattati a quella che è la mia stazza… 🙂
Io sono una mini-size…e anche le mie torte lo sono.
Ad ogni miscela di caffè puoi abbinare una piccola ma intensa mini porzione di torta.
Mi piaceva l’idea che ciascuno potesse affogare una delusione o una voglia in qualcosa che fosse completo, totale.
Non è una fetta di un qualcosa di più grande.
E’ una torta a tutti gli effetti. E’ completa, nonostante sia più piccola rispetto alle altre.
“Io non mangio dolci.
Ma bevo tanto caffè.
Sono un’insegnante di pianoforte. E anche io vengo qui per cercare un pò quell’onda di cui parli tu.
Cerco la nota giusta. E le giuste corde da toccare.
Cerco un ring, ma più elegante. 😉 “