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~ La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce, devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente.

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Io, lui. E Irene. “When I was able to say It”

06 venerdì Lug 2018

Posted by Donna Abelarda in Io, lui. E Irene.

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amore, fratelli

Capitolo 24.

“Hey Bro!”
“Hug me!!!”

“So, The big day’s arrived!
How do you feel?
Nervous, excited? Nervous and excited? 🙂 ”

“Yes, it’s here! Here we are!
I’m happy, excited… happy, so happy”.

“Come on, let’s get dressed.”

….
“Are you an only child, Tom?”
“No Holly…No, I have a brother I love.
Even if I don’t tell him often… actually…
I guess I never told you that. But he knows, I’m sure.”

“And what does it matter if he knows?
Is It a reason not to tell him?
Do not be the usual male who does not have to say, must not ask!
He’s important to you! And you have to remember him.
You have to tell him.
People like hear to say.”

“I love him. I love him so much. So Much.
He’s always been there for me, he’s always helped me.
As a child… as a child I remember that always helped me, always defended.
Even one against all.
He was there, always.
And I don’t know if I did the same for him.”

“Just….tell him.
It would be beautiful for you and your parents, to hear you say it.”

….

“Hey Bro.
Before we dress up and get ready, I want to tell you something.
Because we talk a little, maybe.
But this is an important moment in my life and I need to tell you something.”

“Yes…Tell me…
Do I have to worry, Tom? What happens? Is anything wrong?”

“No…Everything’s right.

You’re simply one of the most important people in my life.
And I think I never told you.
It’s also thanks to you if I’m here now, if I’m the man I am.
You’ve always been there for me, beside me.
All the time.
You walked by my side, sometimes a step backwards.
But you’ve always been there.
All the time.
And now that I am here and I am about to begin this new journey of my life, with this marriage, It’s YOU who make me so happy and proud.
I know that when I turn around, you’re there.
I know you’re there.
And I don’t know if I’ve done so much for you.
But I want you to know that you’re part of me, bro.
And you, always and forever, can count on me.
And I want to tell you here and now.
I love you. Immensely.
And I want to say thank you.
Thank you for being the best brother a man can hope to have next.”

“Come here, bro.
I’ll fix your tie.”

Io, lui. E Irene. “Those damn eyes”

06 venerdì Lug 2018

Posted by Donna Abelarda in Io, lui. E Irene.

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amore, sesso

Capitolo 23.

Mi infilai in doccia per tentare di lavarmi anche i pensieri.
Certe cose, anche dopo millemila Km, non sono facili da dimenticare 🙂
Le sensazioni, gli odori e I sapori sono incancellabili.
Quell’attimo prima del nostro bacio, si è fermato il tempo. O l’hai fermato tu.
Ballavamo lenti, vicini.
Ma erano ancor più vicini I pensieri e le intenzioni.
Mi hai sfiorato gli orecchini, quasi a volerli vedere meglio.
Quel mio scatto ti fece capire quanto io fossi dipendente da te.

L’attimo prima di un bacio ha dentro un uragano.
Perchè I pensieri iniziano ad avvicinarsi, a smescherarsi.

Quelle che erano fantasie credute irrealizzabili diventano possibili.
Restammo a cinque centimetri per un’ infinità.

In quei respiri mischiati ci dicemmo tutto quello che era nato tra di noi in questi mesi.
E forse tutto quello che avremmo voluto far nascere.
Io riuscii a farti respirare che cosa succede ai miei battiti ogni volta che ti vedo.
Ed io nel tuo sguardo basso respirai la tua timidezza e la tua passione.

Il primo bacio rompe per sempre gli argini, i confini.
Quegli sguardi “non detti” non torneranno più.
Saranno ormai sguardi di “ti ricordi quando…”
Nulla potrà mai più essere come prima.

Quella pioggia ha provato ad interporsi tra di noi.
Ed io volevo soltando concentrarmi a capire che buono fosse il sapore di noi due.
E’ inutile appoggiare strette le mani sugli occhi.
Certe sensazioni sono dentro, conficcate.

Mi piace come mi hai accarezzato I capelli, quando me li hai sciolti.
E mi piace quando, in quei corpi avvinghiati, mi hai spostato quell ciuffo dalla fronte, per guardarmi meglio.
Perchè volevi uccidermi, tutta.
Mi piace quando sorridevi, ogni volta.
Mi piace tutto quello che mi hai detto, in tutte quelle ore di silenzio.

La passione tra di noi è stata dentro ogni parola, ogni gesto, di questi mesi.
Quello che può esplodere in due corpi che si mescolano ha un sapore diverso quando questi sono legati da affinità, alchimia.

Non riesco a pensare a tutte le volte in cui quella note ci appoggiammo la fronte l’un l’altro per catturare il momento.

Non avrebbe mai avuto questo sapore, se io non fosi stata inamorata di te.
Lo so.
La passione, da sola, è insapore.
E’ solo calda, ma è sabbia asciutta.
Non può fare da collante.

Noi ci siamo incatenati ad ogni sguardo.
Il sesso è per tutti.
Il sesso possono farlo tutti.
E’ un incontro fra due corpi, un incontro “a prendere”.
Somiglia ad un tecnicismo.
E’ come aprire la porta di casa, chiudere il frigo, salire in macchina, fare le scale.
Non c’è testa, non c’è nulla.
Si può fare bene, certo!
Con accuratezza ed esperienza.
E’ un’azione, fare sesso è un’azione, piacevole appagante, liberatoria.

Noi non abbiamo fatto del sesso, quella note.
We made love.
Non è stato un amore “a prendere”, ma un amore “a dare”.
Lo so perchè quello che è rimasto ha riempito vuoti, colmato fame, sete, sonno.

Io, dopo aver fatto l’amore con te, lo accetto.
Accetto di essere qui, a rassegnarmi.
Accetto il mio amore per te, tutto.
Accetto di essere inamorata di te, più di ieri, più di un mese fa.
Accetto di amare tutto di te.
Perchè prima di fare l’amore con te, non avrei potuto amarti così.
E ho provato a scappare da te, da me e da questo amore.
E sai che cosa ti vorrei dire?
Che dall’amore non si scappa.
Non si può.
Mi piace il modo in cui riesco ad amarti.

Io sono inamorata di te.
E questo mi basta.

Occhi, quei maledetti occhi mi fottevano sempre.
Ci facevo l’amore solo a guardarli.

(Charles Bukowski)

 

Io, lui. E Irene. “Poker d’Assi”.

04 lunedì Giu 2018

Posted by Donna Abelarda in Io, lui. E Irene.

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alex, amore, BIRRA, gioco, irene, poker

Alex è più provocante del solito, stasera.
Per uno spirito autolesionista gli chiedo se conosce Irene.
Mi dice che i baristi sono pagati per cacciarti fuori l’anima.

“La sua la senti arrivare da due isolati. Ancor prima che lei sia uscita di casa”.

Mi metto quel rossetto color carne ed il fascino della gelosia.
Perchè ha ragione, perchè sembra aliena per quanto è bella, stasera.
La stavo fissando, la stavo chiamando con lo sguardo.
E deve essere quello il modo giusto per chiamarla, perchè solleva di poco lo sguardo dal Financial Times, e mi sorride.

Mi serve qualcosa che mi faccia ballare, e dimenticare, stasera.
La mia birra ha il sapore di te stasera, e la pagherò il doppio, la pagherò cara.

La mia borsa pesa come se ci fosse la mia vita dentro
Tra quel libro che non voglio mai finire ed altri trucchi per fermare il tempo
C’è la mia foto di un anno fa che ho messo via perché non mi piacevo
Ma a riguardarla adesso, mi accorgo che ero bella, ma non lo capivo
La mia borsa riconosce le mie mani e solo me fa entrare
Nascosto in una tasca c’è quel viaggio che è una vita che vorrei fare
Milioni di scontrini, l’inutile anestetico del mio dolore
E stupidi sensi di colpa per quel desiderio di piacere.

Accarezzo, tra i dollari sporchi e i fazzoletti puliti, il tuo biglietto.
Fuori piove ancora, e piove per darmi l’ennesima buona scusa.
Sei in ogni cosa che guardo.
Mi scorri davanti a ricordarmi che sono una vigliacca.
Gioco sempre a far la Guerra perchè l’amore, a me, non ha mai dato tregua,

E con Alex sto giocando una partita pericolosissima.
Perchè io il servizio giusto ce l’ho.
Il suo Full lo piegherei con questa stupida Coppia e questo non mi rende forte. Mi fa una paura fottuta.
Perchè non mi riesco a fermare, perchè più forte è la tua mano, più me la vengo a prendere.
“Nella vita, come nel poker, il rischio va affrontato, non evitato.”
Non me lo hai dato un buon motive per fermarmi.

“E ora cosa fai? Vedi?”
Vedo.

Io, lui. E Irene. “Quando ti ho vista per la prima volta”

02 sabato Giu 2018

Posted by Donna Abelarda in Io, lui. E Irene.

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amore, bar, irene, musica, parole, scrivere

Non vi ho mai raccontato che, da qualche tempo, quando voglio mettere in ordine i pensieri, vado in un piccolo pub dalle atmosfere un po’ anni Trenta.
Un locale a luci soffuse, di quelli con gli sgabelli intorno al bancone, i tavolini rotondi e un piccolo palco da cui si esibiscono gruppi dal vivo.

Ci sono capitata per caso.
Mi aveva incuriosito l’insegna: The Right side of the Wrong.
Non è mai troppo affollato, ma io scelgo comunque lo sgabello di velluto rosso al banco del bar. I baristi, si sa, sono un po’ i nostri migliori amici 😉

Davanti ad un foglio bianco, regna sempre il chiasso del silenzio.
Vorrei scrivere di tutto e di niente. Nel Porto del mio bicchiere ci annego le speranze e provo a salvarle con delle ispirazioni.
Niente.
Saranno passate due ore, ormai.
Fuori deve essere calata la notte un pò scura.
Ma è quando alzo di poco lo sguardo che quell’ispirazione mi arriva, quando ho smesso di cercarla.
Dal lato opposto del bancone ovale c’è una ragazza che addenta buffamente un toast e ci beve accanto un caffè.
E’ matta, penso!
Quindi, mi piace.
Sembra che stia aspettando qualcuno perché gioca nervosa col cucchiaino, girandolo a vuoto.

Forse le due birre che mi sono scolata prima stanno facendo effetto. Faccio un cenno al barista per riservarmi il posto.
Quando torno lei è ancora lì. Si sorregge la testa con la mano e accenna ad un sorriso, nel vuoto però.
E’ ancora sola, è lì da un pezzo ormai. Ma non ha l’aria di chi ha avuto buca.
Credo sia esattamente dove vorrebbe essere.

Non devo essere stata molto discreta nel guardarla.
“Si chiama Irene”.
“Come, scusi?
“Irene. Quella ragazzi lì, si chiama Irene. Viene qui ogni sera. Ordina un toast, delle patatine, e un caffè.”
Il barista asciuga i bicchieri mentre me lo dice. I baristi sono i custodi delle vite degli altri.
“Ma….viene qui per la musica, lavora qui vicino…aspetta qualcuno?”
“Credo faccia la giornalista, o la critica musicale. Ha sempre un quaderno con sé e, quando inizia la musica, lei inizia a scrivere”.
Io quando inizia la musica lascio cadere la penna.
E questa Irene, invece, la scrive, forse.

Lo so che vi state chiedendo se mi sono avvicinata, se le ho chiesto che cosa scrive o di chi scrive o per chi scrive.
Io ci ho messo mesi a raccontarvi questa storia. Che è una bellissima storia.
E che è appena cominciata.
Devo mettere in ordine gli appunti, le lacrime e i sorrisi, prima di raccontarvela tutta.
Ma non lo farò tutto d’un fiato.
Perché questa storia è un liquore alle 11 di sera, sul divano, con Frank Sinatra a cullarci i pensieri.
E va gustata tutta.

Questa è la storia di me. Di lui. E di Irene.
Ed è una storia bellissima.
A presto.

“Ben oltre le idee di giusto e sbagliato, c’è un campo. Io ti aspetterò laggiù”

01 venerdì Giu 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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alba, amore

Se la mattina vi svegliate presto e volete vedere l’alba, mettetevi un paio di scarpe comode e andate. Andate a vedere l’alba che sorge ogni giorno, ma non è mai la stessa.

Senza fermarvi con occhi indiscreti, guardatevi attorno.
C’è che si butta sulla vetrina delle occasioni e chi invece non guarda nemmeno il prezzo perché tanto se lo può permettere.
C’è chi parte col primo treno e chi arriva in ritardo al gate.
C’è chi gioca a scappare e chi si affanna a inseguire.
C’è chi scrive canzoni e chi si asciuga le lacrime.

C’è chi ferisce di spada e chi si lecca le ferite.
C’è chi fa l’amore e chi se lo racconta.
C’è chi prende. E chi si dà.
Ci sono stazioni, aeroporti, finestrini appannati, porte sbattute.
Ci sono telefoni riagganciati e bagni occupati.
Ci sono tavoli apparecchiati e sacchetti dell’immondizia.
Ci sono docce bollenti e lavastoviglie lasciate vuote.
Ci sono creme da spalmare e amari da sorseggiare.
Ci sono scatolette di velluto e c’è il banco dei pegni.
Ci sono I primi appuntamenti e le cene di anniversario.

Vedrete che c’è amore ovunque.
Nelle taglie giuste e nei colori sbagliati.

Ma in quell’alba mozzafiato, ben oltre le idee di giusto e sbagliato, c’è un campo.
Io ti aspetterò laggiù.

#Politicamente_S_corretto

16 venerdì Mar 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day, Uncategorized

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amore, elezioni, PERSONE, politica

Dei giorni post elezioni abbiamo capito che siamo PERSONE che non hanno in mente una figura sicura che possa prenderci per mano e guidarci, attraverso la guida del paese.

Siamo frammentati nelle idee e nei voti.

Questo si traduce in una incerta e apparente ingovernabilità, instabilità.

E quindi lo scenario che si apre è l’ennesimo governo “sbiadito”, ovvero un accordo che prova a coalizzare fazioni che, in situazioni normali, viaggerebbero non solo su binari paralleli che non si incontrerebbero mai…ma addirittura su questi binari ci viaggerebbero in direzioni opposte!

Questo è un po’ quel che succede sempre più spesso ai rapporti umani.

In fondo, dopotutto, la politica e il paese non sono concetti astratti: sono PERSONE.

I nostri rapporti sono sempre più sbiaditi, scoloriti, indefiniti, tenuti insieme da alleanze fragili, volte solo a garantire una certa “stabilità”.

C’è chi NON STA INSIEME MA SI FREQUENTA. C’è chi VORREBBE STARE INSIEME MA STA INSIEME AD ALTRI PER CONVENZIONE E COMODITA’. C’è chi HA PAURA DEL NUOVO E QUINDI RESTA SEMPRE DOV’E’. C’è chi è AFFASCINATO DA QUALCOSA DI IMPROPONIBILE. C’è chi VORREBBE E NON PUO’. E c’è chi POTREBBE E NON VUOLE.

Il risultato di tutto questo è che ci stiamo perdendo tutto.

Sta sbiadendo il colore della felicità, il sapore del cibo, il brivido dell’amore.

#Manuali d’#Amore

01 giovedì Mar 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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amore, donne, manuale, uomini

Non ha senso andare nella direzione opposta del tuo stato d’animo.
Margaret Mazzantini

Quando parliamo di Amore, ci improvvisiamo sempre attori di una commedia melodrammatica quasi fosse questo il modo più naturale con cui approcciarsi ai sentimenti.
Qualcosa che non dovrebbe obbedire ad alcun manuale è proprio il sentimento, lo stato d’animo che guida le nostre giornate, il nostro cammino, la nostra partenza, il nostro ritorno.
Seguiamo copioni, manuali, istruzioni, consigli.

Se sei interessata, non gli scrivere mai per prima!
Se lui ti cerca, aspetta almeno mezzora prima di rispondergli.
Mai al primo appuntamento!
Scappa e correrà da te.
Non confessargli mai quello che provi davvero.
Sii evasiva.
Sii misteriosa.
Fingi che ti piaccia un altro.
Fingi disinteresse.
Non credere a quello che ti dice.
Non essere troppo romantica.

Spendiamo pannelli solari di energia a non essere qualcosa…fondamentalmente, nel 90% dei casi, a non essere quello che siamo.
Abbiamo lo slancio naturale di fare qualcosa e impieghiamo energia per non farlo.

Ma chissenefrega se ho scritto io per prima nei giorni dispari di plenilunio.
Ma chissenefrega se ha capito che mi piace.
Si, mi piaci, sottospecie di uomo. E quindi?

Il distacco da qualcuno che prende i nostri slanci e li lancia dala finestra arriverà da solo.
Perchè, per quante bugie uno possa raccontarsi, prima o poi con la faccia a terra ci si arriva. Eccome.

Ed è come per i bambini: il dolore è il modo per rialzarsi, pulirsi le mani dalla polvere e ricominciare.

Ma voi che scrivete bignami di #nonessere, credete davvero che ad impedirsi di vivere si soffra meno?

A stare fermi non succede niente.

23 venerdì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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amore, aspettare, caffe, cucchiaino, donne, uomini

Come sono carini quegli uomini che non se ne fanno nulla delle donne innamorate.

Di quelle donne innamorate della vita, dell’amore. Ti dicono che amano il tuo amore per la vita, per l’amore. E mentre te lo dicono, camminano all’indietro, con il rischio di inciampare volontariamente in donne che non amano niente, né tantomeno loro.

Ci sono uomini che se tu, donna, trovassi il coraggio di urlargli che li ami, ti direbbero di non urlare. Ci sono uomini che non se ne fanno niente dell’amore delle donne, di quelle stesse donne che li lasciano a prendersi la gloria sul palco, ma che non li abbandonano, e restano lì, dietro le quinte, a fare il tifo, ad aspettarli.

Ci sono uomini ti studiano e ti portano a giocare a scacchi. Ti fanno scegliere il colore bianco, quindi sarai tu a muovere per prima, a muoverti per prima. Tu non conosci le tattiche, tu lo guarderai con tenerezza mentre ti porterà via i pedoni e i sogni, uno ad uno. Tu sarai lì a farti dare scacco matto.

Eh si, noi donne non siamo troppo ferrate con gli scacchi.
Ma sappiamo imparare.
Abbiamo imparato, sin da bambine, ad aspettare, per esempio.
Sappiamo aspettare nove mesi prima di vedere il volto di nostro figlio che ci sta crescendo dentro.

Sappiamo per prime quando è primavera, quando sta per piovere.

Sappiamo aspettare che l’acqua bolla senza dover alzare il coperchio ogni cinque secondi.

Sappiamo aspettare una vita proposte che non arriveranno mai.

Sappiamo aspettare , dopo appena  45280 tentativi, prima di sentirci dire che la nostra parmigiana è vagamente somigliante a quella di vostra madre.

Sappiamo aspettare i vostri ritardi, i cieli sereni dopo le lune storte a cui siete perennemente appesi.

Sappiamo aspettare quando non arrivate e anche quando non ci arrivate.

Sappiamo aspettare  negli aeroporti, nelle stazioni, nei ristoranti.

Siamo lì anche quando cretineggiate per ogni gonna che passa.
Siamo lì anche quando dovremmo sbattere la porta.
E siamo lì anche quando la sbattete voi la porta.
Siamo lì dopo i silenzi, le attese inutili, le notti insonni, i sorrisi negati, e restiamo ancora lì con gli occhi annegati di pianto.
Siamo lì dopo le lame dei vostri NO.
E quando tornerete, vi diremo ancora si.

Però, cari uomini che non ve ne fate niente dell’amore delle donne, una cosa ve la dobbiamo confessare.
Quella donna che è rimasta lì, con tutti questi NONOSTANTE, quando si alzerà dalla sedia, la accosterà al tavolo e si girerà, incamminandosi lenta, non starà andando a prendervi il cucchiaino per girare lo zucchero nel  vostro caffè.
In quella tazzina vi lascerà tutto quell’amore che non avete voluto capire, mangiare, sposare, rispettare, coccolare, divorare.
E voi resterete ancora lì, fermi, ad aspettare.
Berrete il vostro caffè anche senza il cucchiaino, ma sarà inevitabilmente un po’ più amaro.

Perché la vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce, devi girare il cucchiaino.
A stare fermi non succede niente.

LOVE, actually

22 giovedì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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actually, amare, amore, love, paura

“È opinione generale che ormai viviamo in un mondo fatto di odio e avidità,
ma io non sono d’accordo.
Per me l’amore è dappertutto.
Spesso non è particolarmente nobile o degno di note, ma comunque c’è:
padri e figli, madri e figlie, mariti e mogli, fidanzati, fidanzate, amici.

Quando sono state colpite le Torri Gemelle, per quanto ne so, nessuna delle persone che stavano per morire ha telefonato per parlare di odio o vendetta…
erano tutti messaggi d’amore.

Io ho la strana sensazione che – se lo cerchi – l’amore davvero è dappertutto.”

LOVE, ACTUALLY

Difficile da credere.
Ma se ci isoliamo per un attimo da quello che rappresenta la polvere prodotta da “omuncoli” di vario genere, razza e paese, quel che resta è tutto riconducibile a quello, all’Amore.

Metà degli aerei che prendiamo e dei treni che perdiamo,
Metà dei cappotti che indossiamo e dell’intimo che ci strappiamo,
Metà dei panini che mangiamo e delle verdure che scartiamo,
Metà delle parole che urliamo e degli sguardi che abbassiamo,
Metà delle torte che bruciamo e del gelato che strafoghiamo,
Metà delle labbra che trucchiamo e del mascara che raccogliamo sulle guance

Metà di tutto è riconducibile all’amore.

Ma quand’è che ci ricordiamo di cercarlo, l’amore?
Quando pensiamo di essere alla fine di tutto.
Come se volessimo espiare le nostre colpe, chiedere scusa, sentirci meglio, protetti, salvati.
Perchè per quanto odiato, respinto, soffocato, cancellato, litigato, sviscerato, annientato, abortito, negato…lì è dove ci ricongiungiamo: all’Amore.

L’Amore perdona, salva, protegge, scioglie, scalda, appanna, stropiccia, imbarazza, custodisce, partorisce, accompagna, allatta, schiaffeggia, scuote, ricorda e dimentica.

E’ l’amore per se stessi, per ciò che si fa, per ciò che si costruisce, per ciò che si ricomincia, per ciò che si mette al mondo, per un figlio, un amico, un genitore, uno sconosciuto, per l’idea stessa di Amare, a prescindere dagli oggetti di quell’amore.

E’ solo che aspettiamo sempre le spalle contro il muro, le vite appese al filo, i titoli di coda, per chiamarlo per nome, quell’Amore.

L’amore è davvero dappertutto.
Ma siamo troppo assuefatti all’odio, all’abitudine, al’insoddisfazione e alla cattiveria per respirarne l’essenza nell’aria.

Mangia, Prega, Ama

21 mercoledì Feb 2018

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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ama, amore, cambiamento, mangia, prega, viaggio

Un viaggio intorno al mondo. E dentro se stessi.
La protagonista scardina pezzo a pezzo la propria vita, ripartendo da se stessa, dale essenze, del palato e del cuore.

L’adattamento cinematografico ha una potente Julia Roberts che ci riporta a quello di cui parliamo spesso qui, in questa Stanza del Caffè, ovvero la ricerca di stessi e di ciò che ci fa muovere; l’Amore.
Non un uomo, un fidanzato, un marito.
Non una donna, una fidanzata, una moglie.
Non ci sono ruoli.
C’è l’Amore, che è essenza di tutti i rapporti, da quelli sentimentali a quelli culinari.

Un film che assomiglia ad un’onda:
una vita nella modernità, piena di cose e persone, con una base fragile
la distruzione, pezzo a pezzo, di tutto
la ripartenza da se stessi, come base per costruire
la ricostruzione, su basi solide questa volta.

Un film (e un libro) profondo o leggero: dipende dallo spirito con cui vi si approccia.

“Tutti vogliamo che le cose restino uguali, accettando di vivere nell’infelicità, perché abbiamo paura dei cambiamenti, delle cose che vanno in frantumi.

Forse la vita non è poi cosi caotica… è il mondo che lo è.
L’unica sola trappola è lo stare attaccati ad ogni singola cosa, facendoci rimanere fermi e bloccati in una realtà che non ci appartiene più.

Le rovine sono un dono.
La distruzione è la via per la trasformazione.
Anche in qualcosa di eterno le trasformazioni saranno sempre presenti…è questo l’unico modo per evolvere, per crescere e andare avanti… non esistono altre possibilità.

Dobbiamo accettare ogni singolo cambiamento, anche se questo comporterà un cambiamento radicale, a volte drastico o che ci farà soffrire.

Ci saranno sempre scelte da fare, strade da prendere e strade da lasciare.
Siamo in una continua evoluzione, in un perenne cambiamento evolutivo.

E alcune volte, perdere il tuo equilibrio per amore è necessario per poter vivere una vita equilibrata.”

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