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Oggi il caffè è piacevolissimo, dolce, acuto e pungente, proprio come il protagonista.
Benvenuto, MARCO SALVATI!
Mi approccio a questa intervista con una discreta dose di “ansia da prestazione”, assolutamente non dettata dalla persona che ho davanti, ma da quello che rappresenta J Un grande comunicatore che, con una squadra vincente, riesce a stare nell’ombra del dietro le quinte della “sala autorale”, facendo risplendere gli altri. Penso ad un Uomo su tutti che risplende anche (ma non solo, ovviamente) grazie alla luce che gli puntate Tu e Sergio Rubino, per citare l’altra tua metà della mela: Paolo Bonolis. Quindi inizio con un ringraziamento e lo faccio partendo dal tuo talento che hai trasformato nella tua professione. Se penso a Paolo non riesco a staccarlo da voi due che, negli anni, avete costruito con lui un nuovo modo di comunicare. Avete preso quella massa eterogenea che è il pubblico e le avete dato in pasto una comunicazione per tutti i palati, in una generosità grandiosa, senza “discriminare” nessuno. Chi ha incastrato Peter Pan, Ciao Darwin e il Senso della Vita sono, per me, tre binari che si sono incontrati in un successo nazionale come Avanti un Altro!, un programma che riesce a divertire e prende spunto, se non sbaglio, anche da alcune tecniche scientifiche per le riabilitazioni “mentali” su alcuni pazienti colpiti da ictus, per esempio, come quella del Rispondere al Contrario alle domande. Ecco, credo che il successo indiscusso di questo programma sia prendere un po’ da tutto quello che è “popolare” e di mescolarlo sapientemente, senza quasi farsene accorgere, perché i registri linguistici si alternano in un circo colorato, fisico che non perdona nessuno J Il concorrente è protagonista indiscusso di quei tre minuti, scherzosamente deriso quasi senza che se ne accorga, perché la vostra risata è sempre rispettosa.
In questi “prodotti televisivi” c’è (quasi) tutto l’uomo: le sue ingenuità, le sue malizie, le sue fragilità, le sue spigolosità e le sue vanità. E ci sono i famosi “Tre livelli di linguaggio” che avete costruito nel tempo, sempre su Paolo. Il linguaggio “bambinesco” (ma quanto mai adulto), quello nazional-popolare e quello più profondo, più di nicchia, più “incatturabile”, illegibile ai più, che inevitabilmente screma in maniera naturale il pubblico che ne viene trafitto o non lo vede nemmeno passare di sfuggita.
Proviamo a cambiare punto di vista. Se non fossi tu a scrivere per gli altri, chi vorresti scrivesse per te?
“Ah, bella domanda! Non credo di avere una vita da narrare. Solitamente sono io che scrivo per gli altri…Ecco, se mi chiedi a chi penso per la “regia” della mia vita, ti dico Woody Allen”.
In televisione chi comanda: siamo noi pubblico al servizio della tv oppure è il pubblico che, di fatto, vi impone un certo tipo di format?
“Questo è un po’ un serpente che si morde la coda. La TV EDUCATIVA, ovvero la pretesa che la televisione stessa debba “educare” è un concetto che trovo molto fascista e mi indigno di fronte a questo. E’ la televisione che si adegua alle persone: è la gente che fa la televisione. Nella vastissima offerta televisiva che abbiamo oggi (pensiamo alla tv on-demand), ci sono sicuramente dei canali che hanno la vocazione di “educare”, altri predisposti all’intrattenimento, altri ancora alla divulgazione per un pubblico diverso. ma non bisogna certo avere la presunzione di insegnare. Il pubblico è intelligente e sa scegliere per se stesso. Alla sera, alle nove e un quarto, io non ho più una “imposizione” di contenuto da guardare: ho la facoltà e la possibilità di scegliere e di cambiare canale”.
Entriamo piano piano nell’altro mondo di Marco, quel Marco autore di se stesso che “abita” nei Social. Quand’è che la Libertà di parola diventa Diarrea Verbale? Scusami per la terminologia spiccia, presa in prestito da una mia grande maestra di vita, ovvero Bridget Jones. Però negli ultimi anni, soprattutto su Facebook, si stanno diffondendo in maniera virale concetti come: L’ODIO SERIALE, IL NON-PERDONO DEL SUCCESSO ALTRUI, LA XENOFOBIA, IL RAZZISMO, LA MEDIOCRITA’. Stiamo godendo i frutti che molti combattenti della Libertà di parola hanno pagato anche con la vita. Dov’è che si è rotto qualcosa, quando?
“La libertà di parola non è un Bene, non è SEMPRE un bene. In Italia la politica, i social, la televisione sono un mezzo attraverso il quale chiunque si sente in diritto-dovere di dire quello che vuole, ma non è corretto a mio parere. Non possiamo parlare tutti di tutto. Quando decidiamo di esprimerci, dovremmo avere dei concetti sostenibili. Prendiamo per esempio i Social: hanno spalancato una democratizzazione che ha tolto qualsiasi filtro. Uno strumento del futuro che ci ha fatto fare un balzo indietro al Medioevo. Viene quotidianamente vomitata cattiveria, senza alcun tipo di filtro. Abbiamo uno strumento che ci permette, di fatto, di dire tutto e quindi ci arroghiamo il diritto a farlo. I francesi e gli inglesi, veri “inventori” della democrazia, sono arrivati a questa conquista con la Storia. Anche gli spagnoli hanno qualcosa da dirci, e sono arrivati ancora più tardi a questo concetto. In noi scorre invece il dna dei furbetti. Se c’è una fila, il nostro primo pensiero è quello di come saltarla. Siamo immaturi, non siamo un Popolo con una identità solida: non abbiamo il senso di civiltà, di rispetto. Siamo dei lamentosi. Prendiamo ancora una volta il caso dell’immondizia nelle strade: ce ne lamentiamo a gran voce, ma chi è che, di fatto, la butta in strada quella stessa immondizia? Carlo Verdone e Checco Zalone hanno creato cinematograficamente la vera incarnazione dell’ ITALIANO. E chi ride di quell’italiano lì, non si accorge che sta ridendo di se stesso, perché non vi si riconosce nemmeno. E poi noi non perdoniamo agli altri la fortuna. Critichiamo tutto a ruota libera, inveiamo in maniera cieca su televisione, teatro, musica”.
(Recentissimo episodio quello contro Paolo Bonolis in occasione del Concerto di Vasco MODENAPARK trasmesso su Rai Uno con interventi di Paolo Bonolis tra una canzone e l’altra. Una scommessa che la Rai ha fatto su Paolo, un uomo “avanti con l’etaà” per un programma come un concerto in prima serata. All’indomani, un successo di ascolti pazzesco, accompagnato come sempre da critiche, molte delle quali ad personam, ingiustificate, senza senso).
E allora mi prendo un po’ del nostro tempo per un excursus su Paolo (Bonolis). “Paolo è un uomo straordinario, un amico. E’ colto, intelligente. A telecamere spente è attento verso tutti, educato, rispettoso. Non lo posso definire un conduttore, un presentatore. E’ un performer. Ha un temperamento calmo, composto. Parla quando è il momento e non cerca mai di riempire il proprio ego”.
Torniamo sui social, ma con toni più leggeri, abita anche quel Marco “sexy e vanaglorioso”, un conquistatore seriale. Abbiamo capito che la tua “subdola” arma di seduzione è la mente, la parola che si fa tagliente. Ma a te, che cos’è che seduce? La stessa arma che usi tu, quindi un doppio taglio?
“Mi dissocio categoricamente da questa definizione di SEDUTTORE SERIALE! La verità è che sui Social siamo tutti sedotti e seduttori, ci divertiamo a fare lo struscio, di fatto. Diciamo che sono un seduttore a mia insaputa, lo Scajola della Seduzione! Sempre tornando ai Social, hanno dato a chi non si era mai espresso una voce e un corpo”.
Qual è la parte di te che ti piace di più?
“Esteticamente direi nulla in particolare. Sono globalmente in decomposizione, ma posso essere piacente, interessante. Come si dice a Roma: sono un amabile cialtrone!
Come persona mi piace la mia capacità di improvvisazione, di sapermi giostrare anche in situazioni impreviste”.
Che cosa ammiri nelle Donne e che cosa ammiri negli Uomini.
“Nelle donne ammiro la cultura…ma forse è un po’ banale! Mi piace che le donne abbiano qualcosa da insegnarmi, che mi lascino ad ascoltarle incantato. Sono stanco di fare il pigmalione. Questa loro qualità mi eccita più di qualsiasi reggicalze (e qui, amici, se non seguite Marco su Facebook o Twitter, avrete una lacuna incolmabile 🙂 ). Negli uomini ammiro la mitezza, che non è sinonimo di “essere moscio”, come spesso si pensa. Credo di non possederla io, questa mitezza”.
Se penso a Woody Allen, a Bukowski, a Leopold von Sacher-Masoch con la sua Venere in Pelliccia, riconosco che una gran fetta della Buona Letterature e del Bel Cinema toccano, inevitabilmente, l’erotico, per arrivare, ognuno a suo modo, all’Amore.
Passione e Amore sono legati tra loro. E se si, come?
“Queste due grandi parole hanno origini greche. Eros e Porne erano di fatto due volti di una stessa moneta. Siamo noi che, in seguito, li abbiamo “specializzati” e divisi in amore e sesso. La pornografia, quella fatta bene, è molto più onesta dell’erotismo. L’erotismo patinato è nato per creare una pornografia veicolata. Oggi c’è un grande “supermercato” della sessualità, la puoi scegliere fino agli abissi. Una volta il sesso era l’intimo su Postalmarket e si, aveva tantissime sfumature. Una caviglia, una gonna alzata. Il porno era impensabile. L’eros era anche in un certo tipo di linguaggio Oggi è tutto mescolato, anche confuso. La pornografia è di fatto colei che trascina la tecnologia ,che a sua volta aperto un mondo, un canale, ha sdoganato tutto. Oggi, con internet, non ci sono più quelle velature, quelle sfumature. C’è un’offerta che ha raggiunto qualsiasi “fantasia”, ha sconfinato. Ha forse fatto perdere quella parte fondamentale che era l’immaginazione e il proibito”.
Sei esattamente dove vorresti essere?
“Sono dove volevo essere da ragazzo. Ho raggiunto molti traguardi, un successo modesto e l’ho fatto con merito.
Adesso non lo so, magari vorrei essere altrove e sognare altro”.
Che papà sei?
“Credo di essere un papà premuroso, attento, non sono il migliore, sbaglio.
Ma cerco di essere sempre presente per i miei figli”.
Ti piace il caffè?
“Si, ne ho appena preso uno”.
Perché hai accettato questa intervista? Ho fatto una fatica incredibile a trovarne altre di te.
“Hai fatto fatica perché non ne faccio quasi mai. Io sono quel personaggio che fa parlare gli altri. Ho accettato perché oggi non avevo molto da fare, perché ti leggo e sei intelligente, pungente, simpatica.
Ho capito quanto sia importante per te questo blog, questa tua creatura. E quindi, anche se non so come, spero di aiutarti!”
Erano più o meno due anni che aspettavo.
E quindi la morale della favola è che se credi in qualcosa, persevera, con rispetto (tuo ed altrui) ed educazione.
Marco Salvati è un indiscutibile uomo di fascino, un fascino totale, che va al di là di canoni estetici. Nella premessa spero di aver reso omaggio a lui (e al suo team di autori) che ci regala qualità. Troppo spesso confondiamo serio con serioso e tacciamo le risate come “sciocchezze”. In gran parte dei prodotti a cui lavora Marco, c’è una qualità rara: IL RISPETTO. E questo rispetto arriva agli occhi e al cuore di chi guarda. Per dirla un po’ spirituale, televisivamente Marco si fa corpo attraverso Paolo, attraverso la sua irriverenza, la sua straordinaria capacità di tenere il palco, l’attenzione costante per tutta la durata del programma. Cultura, riferimenti storici, politici, battute, freddure: tutto in un tempo brevissimo, con un ritmo veloce come quando d’estate ti immergi in una bolgia dantesca, ma riesci comunque a ritrovarti. Grazie quindi, Marco, per il rispetto che hai del pubblico, quello “attivo” in studio, nella veste di concorrente, e quello “passivo” da casa, spettatore…che poi passivo non è mai. Voi non ridete DEL concorrente, DELLE persone. Voi ridete CON il concorrente, CON le persone. E sono preposizioni che fanno la differenza.
“Mi fa molto piacere che tu abbia colto. E che tu abbia usato CON, anziché DI”.