Riesco persino ad essere “gelosa” della protagonista di un libro.
Perchè?
Perchè io non ce l’ho il tuo messaggio in segreteria mezzora dopo che ci siamo visti.
Non stai vaneggiando al telefono con una scusa.
Tu non vaneggi mai.
Tu non sbagli mai.
Tu non telefoni.
Tu non rispondi.
Tu non ci sei.
E allora è inutile che io me la prenda con Holly.
Ed è anche inutile che io me la prenda con te.
E’ inutile tutto questo.
Inutile.
Mi sono spogliata per te, nella mente e nel corpo.
Ho provato a cercarti, ad aspettarti, a scusarti.
Mi sono rimbambita di balle. Perchè sono tutte balle. Balle assurde.
Non riesco ancora ad accettarlo, a dirlo.
Ecco perchè non riesco a scrivere di noi.
Non riesco nemmeno a cominciare.
E non ho voglia di uscire stasera.
Non ho voglia di vedere Alex e non ho voglia di aspettarti, inutilmente, ancora.
Perchè noi donne dovremmo smetterla di aspettare i tempi di tutti.
Io dovrei smetterla.
Dovrei voltare pagina e cambiare libro, stracciare il nostro e ricominciare.
Semplicemente.
Non cercarmi in un’altra storia, in un’altra ragazza.
Per cosa poi? Per biasimarmi, per consolarmi?
Capitolo 11.
Non riesco a smettere di ascoltarlo:
“Holly…. Hi.
You’re not home yet… it’s obvious, because if you don’t answer, you’re not…
I know, we saw half an hour ago, but I’m asking you now.
In three days I have to go to London… I have to do some things… it’s just a weekend… you always tell me you want to take off a little, to get a break…
how about coming with me? I think we have fun and I’ll show you a little places where I grew up… I think it would be very cute!
Call me when you get home, or as soon as you can… or as soon as you want… you know, I’m here…Kisses.
Oh, this is Tom.”
Vuoi che venga a Londra con te.
Tu vuoi che io venga a Londra con te.
Quanto l’ho aspettato questo momento e questa telefonata?
Sono mesi. Mesi.
Mesi trascorsi a guardarti, ad innamorarmi di te.
Mesi ad aspettare, ad aspettarmi.
Ti ho cercato in tutti gli sguardi.
Mi sono lanciata. Ho sbattuto la faccia e il cuore.
E ora tu balbetti al telefono che devi andare tre giorni a Londra, e che sarebbe molto carino avermi lì con te.
Call me when you get home, or as soon as you can… or as soon as you want…
Call me when you get home, or as soon as you can… or as soon as you want…
Call me when you get home, or as soon as you can… or as soon as you want…
Come me l’hai detta questa frase?
Perchè, hai tremato poi? Perchè?
Cioè tu ti sposi con un’altra e poi mi chiami e mi dici di accompagnarti.
Ti chiamo.
Certo che ti chiamo.
Perchè io voglio te. E non so se tu lo sai, ma lo so io.
E sono stanca di essere la brava ragazza che pensa per due.
Sono arrabbiata e invece vorrei solo lasciarmi andare e venire con te a Londra ovunque ci sia un tuo sguardo, un tuo ricordo, un tuo respiro.
Voglio essere bellissima, la più bella Holly che tu abbia mai visto.
Voglio farti del male, voglio capire fino a che punto per te è un gioco.
Devo solo trovare la forza di non pensare…ho il cuore a tremila…
“Tom, Hi…It’s me…It’s…Holly”
“Holly, you got my message! I’m sorry, I know, it seems a little crazy like…I don’t know why, but… when my brother called me and told me that I had to go to London… you came to my mind.
You are a friend and… I’d like to share with you pieces of my past.”
Sei un’amica, Holly.
Tu sei un’amica.
E siccome io mi sto per sposare e tu sei una cara amica, vieni a Londra con me prima che io inizi la mia vita con lei.
Eh si Holly…sono imbarazzato al telefono non perchè tu mi piaci…ma per non illuderti.
Ogni volta che tu avanzi, io faccio un passo indietro.
Ed io ne faccio uno in Avanti…perchè io voglio trascorrere il mio tempo con te…e dimostrarti che sono una Amica, che puoi contare su di me.
E tu non capisci, non hai capito nulla.
“I think that’s a good idea.
It’s been a long time since I wanted to…to “disconnect” and visit London seems like a great way to do it!
That’s a good idea”.
Ho la voce ferma di chi non ha sentimenti.
Non voglio anima, cuore. Non voglio niente.
Basta Holly, basta.
Basta vivere una vita aggrappandosi ad un balbettìo, ad un segnale, ad uno sguardo.
Basta.
“Really? Well, then I’m glad I asked you!
I’m so happy, Holly!!!!”
“I’m so happy, too.”
Tu hai la gioia nella tua voce…io ho la disperata rassegnazione di chi ama.
Capitolo 12.
Provateci voi a preparare la valigia per partire con il ragazzo di cui siete innamorate.
Ma voi non state partendo con il ragazzo di cui siete innamorate.
Voi state partendo con il ragazzo di cui siete innamorate che è inamorato di un’altra.
Sull’aereo saremo seduti vicini.
Alloggerò in un hotel con una camera con vista panoramica. Ho tanto spazio tutto per me.
Mi farai mangiare cose che forse non mi piaceranno, ma in quell locale fanno musica dal vivo e finalmente posso fare il saluto della Regina, se faro la brava 🙂
Devo portare un ombrello, perchè a Londra è facile che piova tra il sempre e il sempre.
Tu non abiti distante dal mio hotel così, se avrò bisogno di qualcosa, potrai correre da me.
Mangeremo street food ed eviteremo ristoranti italiani.
Mi lascerai da sola soltanto qualche ora, per sbrigare delle faccende burocratiche…e dentro questi termini vaghi e asettici c’è sempre quello che non pronunci: il tuo matrimonio.
Questo è quello che porterò in valigia.
Che non è propriamente quello che porterei se partissi con il ragazzo di cui sono innamorata.
Lì porterei desideri, il rossetto che ti piace, quel vestitino a fiori e un bacio mozzafiato che ci riporterebbe a casa dopo un mese.
Mi abbracci.
Mi abbracci perchè sembri davvero felice di questo viaggio.
Mi sollevi da terra.
“Baby, I’m so glad you’re coming! You’ll have fun, you’ll see!”
Non avvicinarti così.
Non devi avvicinarti così.
Fammi scendere, fammi scendere, ti prego.
Non riesco a dormire, stanotte.
L’ho portato lo stesso il vestitino a fiori che ti piace tanto.
Devo smetterla di farmi domande, di creare scene nella mia mente.
Ho il sonno agitato.
Non so se sto sognando o se sto pensando.
La finestra aperta lascia che il vento disturbi gli alberi.
Di note fa tutto più paura.
Mi rigiro, sono agitata.
Ci siamo io e te.
“I’m going to pick up a wedding dress“
Ah, a wedding dress!
Yes, this is the <wedding period>!
They all get married, practically! And I ask myself every time:
Do you have all this need to marry? Why? 🙂 🙂
And what marriage are you going to?
Friend, relative, relative of a friend, friend of a relative? 🙂 🙂
“To mine”.
“To mine”.
“To mine”.
“To mine”.
Anche in sogno la vedo la mia espressione.
Quel colpo al cuore, quel battito perso.
Nel sogno il tempo corre…
Nel sogno provo a scappare e a fingere che questa “cosa” non esista.
You are…I mean…You are important to me, Holly.
I’ve started playing again…
Thank you for being so close.
I feel fine, when I’m with you”
“Tom! It happens to me, too.”
“What happens to you, too?”
“I think about you, too, sometimes”.
“And how do you feel?”
“Good. I feel good”.
Corre veloce la metro.
Vedo noi all’aeroporto, vedo te che mi guardi.
In un attimo siamo in quel ristorante, beviamo tutta la sera.
Camminiamo per mano, ridiamo tantissimo.
Mi baci, mi baci tantissimo.
E mi dici che mi ami.
“You said you loved me?”
Cavolo, ho il respiro affannato.
Sembri così vero.
“Yes, Holly. I did”.
E mi baci ancora e non c’è più la metro, il vestito.
E siamo lì e siamo felici e certo che ti amo anche io.
E non ho bisogno di sposarti qui, mi basta solo sentirtelo dire ancora una volta.
Ritorno al primo bacio che mi hai dato.
Anche in sogno posso farlo.
Una, due, tre, dieci, cento volte.
Birds flying high
You know how I feel
Sun in the sky
You know how I feel
Reeds driftin’ on by
You know how I feel
It’s a new dawn
It’s a new day
It’s a new life
For me
And I’m feeling good
Riesco a svegliarmi per non impazzire.
E finalmente sono le 5.
E ho aspettato per mesi di rivolgerti la parola…
E adesso quest’ora che ci separa mi sembra una vita, mi sta torturando.
“Holly, if you’re ready, get down!”
Ho preso un respiro che spero mi duri per tutti i 3 giorni.
Un biglietto per Jen, che si sveglia sempre troppo tardi.
Ascensore per non far rumore.
Prima di te, nell’androne, questa vecchietta arrivata dal nulla!
“Buongiorno bambina! 🙂 Mattiniera anche tu? 🙂 ”
“Buongiorno a lei signora! Oggi si…sto partendo e spero di non perdere il volo!
Spero di non averla svegliata!”
“No cara, ci ha pensato il vento stranotte!”
“Sta uscendo anche lei a quest’ora?”
“Si, ma appena aperto il portone ho guardato quelle nuvolacce che promettono pioggia…
Non ho un ombrello e quindi me ne torno a casa…ci andrò domani a fare i miei soliti giretti!”
“Ma no….guardi, le do il mio…tanto, voglio dire, in aeroporto me ne compro un altro!!!!! Lo tenga lei”
“Cara, sei un Tesoro….Divertiti!
Quel giovinotto è molto carino!”
“Quale giovinotto? 🙂 ”
“Ah, scusami…credevo che quel giovinotto qui fuori stesse aspettando te!”
“Ah lui! Si, sta aspettando me! Ma non come io sto aspettando lui.
Arrivederci Signora….scappo…”
“Ciao cara…stai benissimo con questo vestitino a fiori…e grazie ancora per l’ombrello!”
Quando spalanco il portone sei due passi più vicino di quanto mi aspettassi.