Sempre più spesso, nell’era dei Social in cui una bacheca virtuale ha sostituito il salotto di casa e il bar dello sport, si inneggia alla libertà, alla democrazia, al diritto di dire qualunque cosa (senza curarne spesso il confine di competenza, di forma e talvolta anche di sostanza, di rispetto e di legalità).
La libertà, come la democrazia, è una gran bella cosa, ma è una vera e propria Arma. E come tutte le armi, non può e non deve poter essere esercitata o usata senza regole, senza limiti.
Quando ci arroghiamo il diritto di giudicare, esercitare etc, spesso lo facciamo confondendo il concetto di DEMOCRAZIA con quello di ANARCHIA, ovvero faccio/dico quello che voglio, tanto “la sovranità appartiene al popolo ed il popolo sono io”.
Eh si perchè un popolo allo sbando come il nostro, questa libertà e questa democrazia se li è più che conquistati, accaparrati con la fretta e la voracità di puffo golosone.
In un batter d’occhio abbiamo deposto il Re perchè “Lui e la monarchia fanno schifo” e BAM, eccoci catapultati in concetti bellissimi come Sovranità Popolare, Democrazia.
Non abbiamo però, ora più che mai, la lucidità, l’umilità e il coraggio di guardare in faccia una triste realtà: tra i popoli più “civilizzati, moderni, democratici e patriottici” siamo uno di quelli più “incivili, retrogradi, calciofili e corrotti.”
E tra l’altro, il patriottismo ci si risveglia ogni Quattro anni quando sventoliamo il tricolore per I Mondiali, alternando ABBIAMO VINTO a HANNO PERSO.
Per capire che sono atti incivili il gettare cartacce o mozziconi per terra, il non pulire gli escrementi dei propri cani, il non mantenere puliti i servizi pubblici, l’aggredire verbalmente e fisicamente le persone, il non compiere atti vandalici, il non rispettare le proprietà private, il non emettere ricevute fiscali eccetera eccetera eccetera, noi abbiamo bisogno di essere minacciati: abbiamo bisogno di divieti, cartelli, multe.
A noi non manca la democrazia.
A noi manca la civiltà e la maturità per poterla esercitare.