Questo articolo lo dedico con molto piacere ad una mia “lettrice”, che prima di tutto è un’amica che stimo e rispetto.
E lo dedico alle persone che in questo momento mi stanno camminando accanto, a passo svelto, ma sempre con la mano tesa.
Non ci pestiamo i piedi: ma sappiamo che siamo sempre lì.
Ci sono delle giornate fantasmagoricamente pesanti e schiaccianti, grige, buie, con la foschia che ti fa perdere i contorni, e sembra che a volte si diano appuntamento col ciclo e i capelli che non non vogliono saperne di stare in piega.
Beh, quando i capelli non c’è verso che vadano dove dico io, non li lego: li lascio liberi, li lascio pettinare dal vento.
Beh, quando arrivano a tirarci la giacchetta queste giornate ventose, lo fanno perchè in fondo camminare sempre sul rettilineo a schiena dritta, diciamo…è dannatamente noioso 🙂
No, no che non è noioso, lo so. Ma il camminare su una linea retta non ti permette di metterti alla prova, in gioco: tende a farti guardare nel vuoto e rischi di perderti in tutte quelle sicurezze.
Ci si perde perchè ci si dimentica per dove si sta camminando. Si cammina e basta.
Ogni volta che siamo nella nostra zona di comfort, dipingiamo le pareti, mettiamo quadri e divani. E poi? E poi mentre arrediamo questa stanza quasi rosa, intanto siamo cambiati: forse quel rosa non ci piace più, forse erano meglio due poltrone.
Bisogna vivere e rinascere ogni giorno. Abbandonare l’idea che statico e sicuro è bello.
La vita è movimento.
Lo dice una che cerca l’equilibrio mentre si butta dal precipizio, soffrendo di vertigini.
I treni che provano ad attraversarti a fari spenti sono qualcosa che ti spinge a correre, ti fa dare le spalle, costringendoti a scappare.
Perchè tutti abbiamo paura del buio e del pericolo.
Quando siamo stanchi, facciamo i bagagli e torniamo indietro.
Ma quando si intraprende un cammino, a metà del viaggio non si è mai gli stessi della partenza, ammettiamolo.
La nostra forza non sta nel non avere paura, ma nel trovare il coraggio in questa dannata paura.
Solo gli scemi e gli imprudenti non hanno paura.
E quindi, quando sentiamo quel treno che arriva, quando avvertiamo la paura, quando siamo stanchi, ma anche quando siamo da troppo tempo seduti comodi, dobbiamo non scappare o alzarci di scatto.
Dobbiamo muoverci.
Senza dare le spalle.
Dobbiamo spostarci appena.
Qualcuno, più o meno volontariamente, ci sta costringendo ad uscire dalla nostra zona di comfort.
Perchè sono le zone d’ombra che ci fanno aprire meglio gli occhi, che ci fanno cercare le strade, le vie, che ci fanno cercare e trovare il coraggio.
In un cammino sempre dritto e comodo, non possiamo scoprirci, ma solo seguire la via.
E invece no. Svoltiamo, ogni tanto.
Corriamo non verso un riparo, ma verso l’ignoto, verso quello che crediamo di non poter affrontare. Nelle fiabe alla fine del bosco c’è sempre un prato.
Perchè abbiamo una forza dentro che è in grado di scalare montagne, di far piangere, ridere.
Noi possiamo cambiare il corso delle cose.
Anzi, dobbiamo.
Non è sempre la vita a doverci svegliare.
Dobbiamo avere quel minuto di coraggio, folle e puro, quel coraggio dei trent’anni: non inconsapevole come quello dei venti, ma ancora non troppo statico come quello dei quaranta.
Amica mia, è quando si cade che ci si rialza.
Chi non cade mai e sta sempre in piedi, si stanca molto di più.
Ti voglio bene. 😉