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~ La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce, devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente.

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Archivi Mensili: marzo 2016

LASCIATE CHE SIA FELICE

24 giovedì Mar 2016

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando,
dormendo o scrivendo,
che posso farci,
sono felice.

Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto,
gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra.

Tu al mio fianco sulla sabbia,
sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima canto e sabbia,
il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo e la sua freschezza.

Oggi lasciate che sia felice,
io e basta,
con o senza tutti,
essere felice con l’erba e la sabbia
essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te,
con la tua bocca,
essere felice.

E’ proibito

22 martedì Mar 2016

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

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Tag

amore, coraggio, felicità, pablo neruda, passione, paura, vivere

Le parole me le ha prestate Pablo Neruda.
Ed io le dedico a chi non ha trovato la strada, ma è in cammino da sempre.
E a chi non la sta nemmeno cercando, e continua a lamentarsi, stando seduto.

È proibito
piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare
avere paura dei tuoi ricordi.
È proibito non sorridere ai problemi,
non lottare per quello in cui credi
e desistere, per paura.
Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realtà.
È proibito non dimostrare il tuo amore,
fare pagare agli altri i tuoi malumori.
È proibito abbandonare i tuoi amici,
non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto
e chiamarli solo quando ne hai bisogno.
È proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone che non ti interessano,
essere gentile solo con chi si ricorda di te,
dimenticare tutti coloro che ti amano.
È proibito non fare le cose per te stesso,
avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.
È proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perchè le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.
Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.
È proibito non cercare di comprendere le persone,
pensare che le loro vite valgono meno della tua,
non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle proprie mani.
È proibito non creare la tua storia,
non avere neanche un momento per la gente che ha bisogno di te,
non comprendere che ciò che la vita ti dona,
allo stesso modo te lo può togliere.
È proibito non cercare la tua felicita’,
non vivere la tua vita pensando positivo,
non pensare che possiamo solo migliorare,
non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo stesso.
non sentire che, senza di te, questo mondo non sarebbe lo stesso.

Nessuno mi pettina bene come il vento.

11 venerdì Mar 2016

Posted by Donna Abelarda in Coffee of the day

≈ 1 Commento

Questo articolo lo dedico con molto piacere ad una mia “lettrice”, che prima di tutto è un’amica che stimo e rispetto.
E lo dedico alle persone che in questo momento mi stanno camminando accanto, a passo svelto, ma sempre con la mano tesa.
Non ci pestiamo i piedi: ma sappiamo che siamo sempre lì.

Ci sono delle giornate fantasmagoricamente pesanti e schiaccianti, grige, buie, con la foschia che ti fa perdere i contorni, e sembra che a volte si diano appuntamento col ciclo e i capelli che non non vogliono saperne di stare in piega.
Beh, quando i capelli non c’è verso che vadano dove dico io, non li lego: li lascio liberi, li lascio pettinare dal vento.
Beh, quando arrivano a tirarci la giacchetta queste giornate  ventose, lo fanno perchè in fondo camminare sempre sul rettilineo a schiena dritta, diciamo…è dannatamente noioso 🙂
No, no che non è noioso, lo so. Ma il camminare su una linea retta non ti permette di metterti alla prova, in gioco: tende a farti guardare nel vuoto e rischi di perderti in tutte quelle sicurezze.
Ci si perde perchè ci si dimentica per dove si sta camminando. Si cammina e basta.
Ogni volta che siamo nella nostra zona di comfort, dipingiamo le pareti, mettiamo quadri e divani. E poi? E poi mentre arrediamo questa stanza quasi rosa, intanto siamo cambiati: forse quel rosa non ci piace più, forse erano meglio due poltrone.
Bisogna vivere e rinascere ogni giorno. Abbandonare l’idea che statico e sicuro è bello.
La vita è movimento.
Lo dice una che cerca l’equilibrio mentre si butta dal precipizio, soffrendo di vertigini.
I treni che provano ad attraversarti a fari spenti sono qualcosa che ti spinge a correre, ti fa dare le spalle, costringendoti a scappare.
Perchè tutti abbiamo paura del buio e del pericolo.
Quando siamo stanchi, facciamo i bagagli e torniamo indietro.
Ma quando si intraprende un cammino, a metà del viaggio non si è mai gli stessi della partenza, ammettiamolo.
La nostra forza non sta nel non avere paura, ma nel trovare il coraggio in questa dannata paura.
Solo gli scemi e gli imprudenti non hanno paura.
E quindi, quando sentiamo quel treno che arriva, quando avvertiamo la paura, quando siamo stanchi, ma anche quando siamo da troppo tempo seduti comodi, dobbiamo non scappare o alzarci di scatto.
Dobbiamo muoverci.
Senza dare le spalle.
Dobbiamo spostarci appena.
Qualcuno, più o meno volontariamente, ci sta costringendo ad uscire dalla nostra zona di comfort.
Perchè sono le zone d’ombra che ci fanno aprire meglio gli occhi, che ci fanno cercare le strade, le vie, che ci fanno cercare e trovare il coraggio.
In un cammino sempre dritto e comodo, non possiamo scoprirci, ma solo seguire la via.
E invece no. Svoltiamo, ogni tanto.
Corriamo non verso un riparo, ma verso l’ignoto, verso quello che crediamo di non poter affrontare. Nelle fiabe alla fine del bosco c’è sempre un prato.
Perchè abbiamo una forza dentro che è in grado di scalare montagne, di far piangere, ridere.
Noi possiamo cambiare il corso delle cose.
Anzi, dobbiamo.
Non è sempre la vita a doverci svegliare.
Dobbiamo avere quel minuto di coraggio, folle e puro, quel coraggio dei trent’anni: non inconsapevole come quello dei venti, ma ancora non troppo statico come quello dei quaranta.

Amica mia, è quando si cade che ci si rialza.
Chi non cade mai e sta sempre in piedi, si stanca molto di più.
Ti voglio bene. 😉

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