Sono una sostenitrice de: il prodotto Bellezza*Intelligenza è una costante.
E non per dei banali luoghi comuni.
E ci metto tutte le accezioni del caso, in modo da sbaragliare i primi commenti de Fai di tutta l’erba un fascio.
La Bellezza a cui mi riferisco, in questo post, è quella oggettiva, quella fisica, quella di primo sguardo, quella difficile da sindacare.
L’ Intelligenza, invece, la considero nel senso più ampio del termine, non in senso prettamente scolastico. Intelligenza è essere astuti, arguti, attenti, pronti, coraggiosi.
Esistono tutte le combinazioni:
bella-oca
bella-intelligente (intelligenza, nel senso più ampio del termine, non prettamente scolastico)
meno bella-oca
meno bella-intelligente (intelligenza, nel senso più ampio del termine, non prettamente scolastico)
Ma torniamo al prodotto Bellezza*Intelligenza = Costante
Dietro la formula non ci sono strane invidie e/o traumi giovanili.
Non ho mai rotto alcuno specchio per la mia disarmante bruttezza, né ho mai impedito all’erba di ricrescere verde.
Ma, al contempo, non ho neanche mai vinto un Nobel per la Fisica per aver scoperto la quinta dimensione.
Credo che questo prodotto sia una costante per come il mondo si relaziona con te e viceversa, in base a ciò che tu metti sul piatto.
La Bellezza, quella oggettiva, è Bella.
E’ bella da vedere, da ammirare. Quella Bellezza oggettiva scatena il gusto del bello nell’osservatore, trasformandolo anche in invidia a volte, in competizione, inutile negarlo.
Contestualizzando questa Bellezza oggettiva nel mondo dello spettacolo, del fashion, delle luci e dei colori della ribalta, tutto si fa ancora più chiaro e nitido. La Bellezza attira, vende, conquista. Ma attira, vende e conquista senza troppi sforzi. La Bellezza oggettiva parla da sé e spesso parla per te, ammutolendoti. La Bellezza Oggettiva diventa un Ruolo.
E tu capisci che con quel dono che hai avuto, puoi permetterti magari meno sforzi. Perché magari, e che questo non si dica essere una colpa, hai ottenuto quello he altri non ottengono in una vita.
E ti si aprono finestre, porte, portoni.
E questa Bellezza va coltivata e curata.
Così come il cervello, però. Il cervello non si autoalimenta. Il cervello va allenato, palestrato.
E qui, sin dalle prime esperienze scolastiche, nasceranno queste bellezze diverse.
E questi caratteri.
Alle ragazzine, che diverranno ragazze e poi donne, Oggettivamente Belle, basterà poco, e basterà sempre meno, per conquistare, per avere.
A quelle altre oggettivamente meno belle, verrà lasciato l’arduo compito di dover conquistare con l’azione, e non con il semplice apparire.
Ed ecco che allora si affineranno le sottili arti della simpatia, dell’ironia.
La conquista OLTRE il bello.
Il carattere che ti renderà bella, magari non in senso oggettivo.
Ma una Bellezza di secondo sguardo.
Quella che non ti spieghi oggettivamente il perché. Ma è.
Perché quando non ci arriva il braccio, bisogna usare lo sgabello.
E quello sgabello è il carattere. La sottile arte…dell’arrangiarsi 🙂
Chi nella vita non ha avuto il portiere che apriva la porta, ha dovuto trovare il modo di citofonare e farsi aprire.
E bisogna essere in armonia, ciascuna con la propria Bellezza.
Quando manca una parte di carattere, di conoscenza, di istruzione, non è una colpa: ma non bisogna, per questo, a tutti i costi, ostentarla, se manca la base.
Al contempo, non bisogna trasformarsi fisicamente in qualcosa che non si è.
Ci si può migliorare in tutti i casi.
Ma non mascherarsi. Essere belli non è una colpa. E nemmeno non esserlo.
La morale della favola non è che le “brutte” sono intelligenti e che le “belle” sono stupide. La morale della favola è che la vita, la natura, a volte scelgono per te.
Che ognuno coltivi la propria bellezza senza fingere di essere ciò che non si è.